Demenze, stop improvviso ai servizi nelle microaree: Russo (Pd) accusa, “così si colpiscono i più fragili”
La sospensione improvvisa di un gruppo di stimolazione neurocognitiva attivo da anni in una microarea triestina riaccende il dibattito sull’assistenza alle persone affette da demenza. Il servizio, già oggetto di criticità a inizio anno, sarebbe stato nuovamente interrotto senza alcun preavviso, lasciando pazienti e famiglie privi di un supporto fondamentale. Una situazione che ha spinto il consigliere regionale del Partito Democratico Francesco Russo a intervenire formalmente, denunciando quello che definisce un grave disservizio non accettabile.
L’interrogazione alla Giunta regionale
Attraverso un’interrogazione sottoscritta anche dalla consigliera regionale Giulia Massolino, Russo ha portato il caso all’attenzione della Giunta regionale, raccogliendo le segnalazioni delle famiglie coinvolte. L’obiettivo è fare piena chiarezza su quanto accaduto e, soprattutto, sulle prospettive future di un servizio che rappresenta un presidio essenziale per persone in condizioni di particolare fragilità.
Numeri che raccontano un’emergenza silenziosa
Secondo le stime richiamate dal consigliere regionale, in Friuli Venezia Giulia vivono circa 15mila persone affette da demenza, di cui ben 6mila nella sola provincia di Trieste. Dal 2004, il gruppo di stimolazione neurocognitiva attivo in una microarea cittadina ha svolto una duplice funzione: da un lato il mantenimento, per quanto possibile, delle capacità cognitive, dall’altro la tutela della socialità, elemento chiave per la qualità della vita dei pazienti.
La riorganizzazione e il nodo delle Case della Comunità
Dalle interlocuzioni avvenute tra una cittadina e la direzione dei servizi sociosanitari di Asugi, sarebbe emerso che la sospensione del servizio è legata a una riorganizzazione del personale finalizzata all’attivazione delle Case della Comunità. Un obiettivo condiviso, ma che secondo Russo non può essere perseguito sacrificando servizi esistenti e collaudati. Le nuove strutture, sottolinea il consigliere, non devono diventare contenitori vuoti né nascere a discapito di chi ha maggior bisogno di continuità assistenziale.
Il timore di uno smantellamento del sistema
La preoccupazione politica va oltre il singolo episodio. Se questo intervento rappresentasse il primo passo verso un progressivo smantellamento del sistema delle microaree, Russo assicura che l’opposizione farà tutto il possibile per impedirlo. In gioco non c’è solo l’organizzazione dei servizi, ma il diritto alla cura e alla dignità di centinaia di persone e delle loro famiglie.
Una richiesta di risposte e responsabilità
La vicenda apre interrogativi più ampi sulla gestione della sanità territoriale e sull’equilibrio tra riforme strutturali e tutela dei servizi di prossimità. Le famiglie chiedono certezze, continuità e rispetto. La politica ora è chiamata a fornire risposte chiare, rapide e concrete.