“S.I.S.A. - Trieste e Lussino ‘al volo”, fino l'1 luglio la mostra fotografica in via Torino

Il grande afflusso di visitatori, con un apice di oltre 700 presenze nello scorso fine settimana, e le numerose richieste nel frattempo sopraggiunte, hanno indotto l’I.R.C.I. a prorogare ancora per un mese, fino a domenica 1 luglio, la mostra “S.I.S.A. - Trieste e Lussino al volo fra gli anni ’20 e gli anni ’30”, allestita dallo stesso IRCI al Civico Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata di via Torino 8, in collaborazione con la Comunità di Lussinpiccolo in Trieste e con l’Associazione “Mare Cielo Gianni Widmer”, e dedicata agli idrovolanti della S.I.SA., alla linea aerea verso Lussino e alla vita nell’isola fra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso.

L'esposizione propone, con le sue originali fotografie e documentazioni, da un lato uno sguardo approfondito sulla dimensione del volo di quei tempi, dagli avventurosi esordi locali con il precursore Gianni Widmer fino alle esperienze con gli idrovolanti della SISA diventate via via un'attività “normale”, quotidiana e istituzionalizzata; dall'altro lato la mostra offre l'opportunità di ammirare fiorenti paesaggi e momenti inediti della vita nella Lussino di quegli anni di grande rinascita economica e turistica dopo i danni provocati dalla Prima Guerra mondiale.

L’IRCI, in merito, ha già evidenziato la grande capacità imprenditoriale dei lussignani Cosulich che, oltre all’omonima Compagnia di navigazione, furono appunto i fondatori della S.I.S.A., Società Italiana di Servizi Aerei.

Lo scorso anno - dopo il 90° della linea Trieste-Torino celebrato nel 2016 - si è ricordata la linea Trieste–Zara. Quest’anno il percorso è proseguito con la rivisitazione della tratta che da Trieste portava a Lussino, completato – come detto - con una visione più ampia della Lussino degli anni ’20 e ’30.

Da rilevare che da qualche giorno è visibile in mostra anche un modellino d’epoca in metallo pressofuso di uno degli idrovolanti della trasvolata atlantica di Italo Balbo. Il modellino, oggi in collezione privata, era appartenuto al barone de’ Banfield.

L’esposizione, con ingresso libero, realizzata e gestita con l’aiuto del Gruppo Volontari dell'IRCI, continuerà dunque fino a domenica 1 luglio con i consueti orari: da lunedì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30; domenica dalle 10 alle 18.30.

Proseguiranno anche le visite guidate (anch'esse gratuite) e la prossima sarà effettuata  già giovedì 7 giugno, alle ore 17, curata da Mario Tomarchio e da Rita Cramer Giovannini.

Mario Tomarchio, ricercatore storico, collaboratore dell’IRCI, è un grande esperto in particolare della storia degli idrovolanti CANT (la cui sigla derivava dal nome del Cantiere Navale Triestino, di Monfalcone, n.d.r.), i mezzi aerei usati dalla S.I.S.A. per trasportare i viaggiatori, fin dal 1926, da una parte verso Torino e dall’altra verso le località dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia.

Rita Cramer Giovannini, anch'essa ricercatrice dell’IRCI, è invece un'esperta specializzata nella storia e nelle tradizioni lussignane.