"Mi vuoi bene? Allora mandami 750 euro": tentata truffa romantica a una triestina su Messenger

"Mi vuoi bene? Allora mandami 750 euro": tentata truffa romantica a una triestina su Messenger

Non è una novità che i truffatori del web puntino su cuori solitari e parole dolci per spillare soldi. Ma stavolta il copione si è scontrato con la prontezza e l'ironia tutta triestina di una donna che ha deciso di raccontare la sua disavventura social per mettere in guardia gli altri.

Martedì 29 aprile 2025, una triestina viene contattata su Messenger da un uomo che si presenta come residente in Francia, ma di passaggio a Milano ogni volta che rientra in Italia. Dopo pochi messaggi, il tono si fa subito romantico: complimenti, parole al miele, proposte di relazione. Lei, sorpresa ma anche scettica, chiarisce subito: «Non voglio convivenze e poi sei lontano».

Lui insiste: «Ma potrei venire a vivere da te…». La risposta è secca: «Pronto? Ci sei? Ce la fai? Sei connesso? NO CONVIVENZA». Ma è solo l’inizio.

Il sedicente corteggiatore alza il tiro: «Ho un problema… voglio avviare un progetto che ci porterebbe lontano come coppia». E qui arriva la richiesta che svela le reali intenzioni: «Mi servirebbero 750 euro per iniziare… me li puoi dare tu come spallata e botta d’inizio?».

La reazione della donna è fulminea: con sarcasmo gli risponde di rivolgersi alla banca Fatebenefratelli, accompagna il tutto con un eloquente gesto (digitale) e lo blocca all’istante. “Ciaone!”, scrive.

La segnalazione, condivisa sui social, ha fatto sorridere molti utenti ma allo stesso tempo ha acceso i riflettori su una forma di raggiro sempre più diffusa: quella delle "love scam", truffe sentimentali in cui si sfruttano i social network per manipolare le emozioni e chiedere denaro.

La protagonista della vicenda, che ha preferito restare anonima, si dice felice di aver intercettato subito il tentativo e spera che la sua esperienza serva da monito: «Stavolta è andata bene, ma altri potrebbero cascarci. Fidatevi del vostro istinto e mai dei conti in banca altrui». foto sebastiano visintin