“Gesto semplice può salvare una vita”: campagna di un triestino per il bracciale catarifrangente
Non servono grandi campagne né proclami roboanti. A volte basta un gesto semplice, quotidiano, per aumentare la sicurezza di tutti. È da questa convinzione che nasce la piccola campagna di sensibilizzazione di Dino Carini, persona molto attiva sul territorio, dedicata all’uso del bracciale catarifrangente come strumento di prevenzione sulle strade.
“È un accessorio discreto, ma può fare la differenza”
Il messaggio è diretto e accessibile. Il bracciale catarifrangente è facile da indossare, non è invasivo e può accompagnare chi si muove in vespa, in moto, in bici o semplicemente a piedi. Proprio negli attraversamenti più trafficati o nelle condizioni di scarsa visibilità, quel dettaglio luminoso può diventare decisivo. “Una maggiore visibilità può prevenire situazioni rischiose”, sottolinea Carini, richiamando l’attenzione su un aspetto spesso sottovalutato.
Sicurezza come responsabilità condivisa
L’iniziativa non punta il dito, non colpevolizza, non crea contrapposizioni tra utenti della strada. Al contrario, invita a una attenzione reciproca, dove ognuno fa la propria parte. Se adottato da molti, il bracciale non è più solo un accessorio individuale, ma diventa un segno collettivo di rispetto e consapevolezza.
Dalla strada alla cultura della prevenzione
La forza del messaggio sta nella sua semplicità. Non richiede cambiamenti drastici, ma propone una soluzione immediata, concreta, replicabile da chiunque. Un piccolo oggetto che diventa simbolo di una cultura della prevenzione, capace di diffondersi dal basso e di entrare nelle abitudini quotidiane.
Un invito che guarda avanti
Con questa iniziativa, Dino Carini lancia un invito chiaro: pensare alla sicurezza non solo quando accade qualcosa, ma prima. Perché farsi vedere, sulla strada, è già un modo per prendersi cura di sé e degli altri. Un messaggio semplice, ma quanto mai attuale.
foto dino carini