Droga, Dipiazza spara a zero: «Ragazzi, la vita è bella: non rovinatela con queste schifezze» (VIDEO)

Droga, Dipiazza spara a zero: «Ragazzi, la vita è bella: non rovinatela con queste schifezze» (VIDEO)

Durante l'ultima diretta serale di Trieste Cafe, condotta dal direttore Luca Marsi, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha affrontato con grande schiettezza uno dei temi sociali più delicati e attuali: il problema della droga tra i giovani triestini. Un fenomeno purtroppo tornato al centro dell’attenzione dopo la recente scomparsa di un giovane per overdose in città.

Il primo cittadino ha esordito con una battuta, raccontando un episodio personale con il proprio medico: «Quando vado dal mio professore, il professor Cattin, gli dico "professore io non mi sono mai drogato" e lui mi risponde "ma lei la produce" — spiegando che si riferiva alla serotonina — per far capire che ci sono tante cose belle nella vita che possono dare gioia senza bisogno di sostanze».

Ma subito dopo il tono si è fatto serio e diretto. «Dobbiamo parlare con i ragazzi, dobbiamo spiegare ai giovani che non devono usare questa roba. Non devono cadere nella trappola», ha detto Dipiazza con fermezza. «Ci sono talmente tante cose belle nella vita. La prima è la controparte, che è la cosa più bella del mondo che ci ha regalato il buon Dio. Perché andarsi a rovinare con queste sostanze?».

Il sindaco ha ribadito più volte la sua intenzione di continuare anche in futuro, oltre il mandato da sindaco, a sensibilizzare i giovani sul tema: «È un impegno che porterò avanti anche dopo. Dobbiamo stare loro vicini e aiutarli a non finire in questi giri pericolosi. La droga non solo fa male alla salute, ma crea una dipendenza devastante».

Durante la diretta, Dipiazza ha anche rivelato un dato allarmante emerso da alcune analisi fatte effettuare su campioni degli scarichi fognari di alcune scuole triestine: «È venuta fuori una quantità di cocaina folle. È il segnale di quanto il problema sia già diffuso e radicato anche tra i giovanissimi».

Un’ulteriore riflessione è arrivata sulla difficoltà di contrastare concretamente il fenomeno dello spaccio: «Noi dobbiamo punire chi spaccia. Chi spaccia deve andare in galera per cinque anni. E invece non riusciamo a farlo: per arrestare uno spacciatore serve l’autorizzazione della Procura della Repubblica. La burocrazia è folle. Dobbiamo diventare più efficienti e più efficaci contro questi delinquenti. Questo è quello che dobbiamo fare nei prossimi anni».

Parole chiare, che toccano un tema molto sentito in città. Trieste continua a essere al centro di un dibattito su come proteggere i giovani da un fenomeno che, come dimostrano anche i recenti episodi, continua purtroppo a mietere vittime e a diffondersi silenziosamente.

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