Caso Lilly, la Procura ordina nuove analisi: “Caccia al DNA vegetale e impronte sui sacchi”

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Caso Lilly, la Procura ordina nuove analisi: “Caccia al DNA vegetale e impronte sui sacchi”

Un nuovo, importante capitolo si apre nel complesso caso della morte di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita nel parco di San Giovanni a Trieste nel dicembre 2021. Come rivelato da Quarto Grado, il programma di Rete 4 condotto da Gianluigi Nuzzi, la Procura ha richiesto una nuova perizia tecnica, da svolgere in incidente probatorio, su 15 punti ritenuti “ineludibili”. Obiettivo: ricostruire con maggiore precisione dove si trovasse Liliana nelle ultime ore di vita e se ci siano elementi compatibili con luoghi o oggetti collegabili a Sebastiano Visintin, marito della vittima.

Il roseto di Lilli e le suole da analizzare

Uno dei punti chiave dell’indagine riguarda proprio il Giardino delle Rose, un luogo che Liliana amava profondamente e che si trova nei pressi dell’area in cui è stato ritrovato il corpo. La PM Ilaria Iozzi chiede che venga analizzato il materiale presente sotto le suole delle scarpe che Lilli indossava, confrontandolo con il suolo del roseto e anche con il pavimento del magazzino di via Donadoni, dove Sebastiano affermò di essere stato la mattina della scomparsa.

Il dubbio degli inquirenti è che Liliana sia entrata nel laboratorio, raccogliendo così polveri derivanti dall’affilatura di coltelli, prima di essere portata altrove.

DNA vegetale: confronto tra cordino, chiavi e gomitoli

L’attenzione si concentra anche sul cordino trovato attorno al collo di Lilli, per il quale è stata richiesta un’analisi sul DNA vegetale delle fibre, da confrontare con:

  • Il cordino delle chiavi nella borsa
  • I gomitoli trovati nel cassetto della cucina a casa di Sebastiano, che l’uomo portò spontaneamente in questura nel marzo 2022

Gli inquirenti vogliono stabilire se tutti questi elementi provengano dallo stesso filato e se i tagli sui cordini siano stati effettuati con lo stesso strumento, compatibile con coltelli o forbici sequestrati nell’abitazione di Visintin.

Il braccialetto tagliato e i gioielli mancanti

Tra gli oggetti al centro della nuova perizia figura anche un braccialetto azzurro e nero con motivi greci, ritrovato tagliato e conservato da Sergio, fratello di Lilli. Secondo i familiari, Liliana non si separava mai dai suoi braccialetti, dagli anelli e dalla catenina della madre, ma tutti questi oggetti erano assenti al momento del ritrovamento del corpo. Ora la Procura vuole stabilire se il taglio sul braccialetto sia compatibile con gli strumenti sequestrati.

Impronte, peli e fibre: analisi genetiche a tutto campo

Non finisce qui. La PM ha disposto:

  • Una nuova ricerca di impronte sui due sacchi neri che avvolgevano il corpo
  • L’analisi genetica dei peli trovati sul corpo e sugli oggetti
  • Un confronto aggiornato delle fibre rinvenute sul cadavere con quelle prelevate a casa di Sebastiano

L’obiettivo è ottenere ulteriori comparazioni genetiche che possano imprimere una svolta decisiva all’inchiesta.

Una ricerca scientifica per arrivare alla verità

Dopo mesi di ricostruzioni, sospetti e interrogativi ancora senza risposta, la Procura affida ora alla scienza forense il compito di fare chiarezza. La speranza è che questi nuovi accertamenti possano finalmente sciogliere i dubbi ancora aperti e dare risposte certe sulla tragica fine di Liliana Resinovich.

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