Monitoraggio e prevenzione dei rischi da consumo dei molluschi bivalve, ASUGI applica controlli settimanali

La prevenzione dei rischi da consumo dei molluschi bivalvi vivi è garantita dal monitoraggio ufficiale di tutte le zone autorizzate alla raccolta di questo alimento. Sono infatti sottoposti a campionamento ed analisi i molluschi (nel Golfo di Trieste: mitili) per valutarne la qualità microbiologica, la presenza di  biotossine, di plancton produttore di biotossine e di contaminanti chimici.

Operano ex lege infatti per questi animali filtratori dei limiti cautelari di sicurezza superati i quali la zona di raccolta autorizzata deve essere chiusa dalla autorità veterinaria competente, vietandone la raccolta fino al ripristino della conformità. 

Attualmente operano tre ordinanze di chiusura. Due, del 2 settembre scorso,  per superamento del  limite di legge di biotossine: la n. 11/21, che chiude la zona 06 “Santa Croce” e la n. 12/21, che riguarda invece la zona 10 TS “Duino”. La motivazione di queste ordinanze dunque concerne le biotossine, non la qualità microbiologica, cioè la eventuale contaminazione fecale dei molluschi, indicata dall’E.coli.

Una terza ordinanza, del 27 agosto u.s., interessa invece la zona 02 TS Muggia, ed è stata emanata per superamento del limite microbiologico (E. coli).

I molluschi bivalvi filtratori possono accumulare le biotossine a seguito del proliferare nell’acqua di particolari generi di alghe unicellulari tossiche (le c.d. fioriture di fitoplancton). Le biotossine algali sono suddivise in base alle caratteristiche di solubilità in idrosolubili e liposolubili. Nei nostri mari sono più diffuse le liposolubili, tra cui le cosiddette diarretiche (DSP= Diarrhetic shellfish poisoning), in grado di provocare sintomi enterici come diarrea, dolori addominali e vomito, dopo un’incubazione che va da 30 minuti a 7 ore e che si risolve in genere in uno o due giorni. La chiusura delle due zone 06 TS Santa Croce e 10 TS Duino è stata causata proprio dalle DSP.

 

 

Episodi analoghi si sono verificati nel Golfo di Trieste anche negli anni scorsi. ASUGI sta proseguendo con i controlli ufficiali settimanali in parallelo con le analisi in autocontrollo eseguite dagli stessi operatori del settore alimentare.