Victor De Sabata, 50° della scomparsa, al “Verdi” cerimonia per la donazione da parte della famiglia del busto del maestro

Significativa cerimonia ieri sera al Ridotto “Victor de Sabata” del Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” per l'”accoglimento” ufficiale del bel busto raffigurante lo stesso de Sabata, donato dalla figlia Eliana alla Città di Trieste e al Teatro dopo averlo acquistato dalla vedova di Nino Spagnoli. L'opera, che rimarrà collocata in tale sede, fu infatti l'ultima eseguita e portata a termine dallo scultore triestino.

Nello stesso incontro, organizzato in occasione del 50° anniversario della scomparsa del Maestro (l’11 dicembre 1967, a Santa Margherita Ligure, per una malattia cardiocircolatoria), è stato anche presentato il nuovo libro “Le interviste impossibili: Victor de Sabata” (Edizioni “Il Murice”), scritto dalla giornalista Liliana Ulessi e del quale l'attore Adriano Giraldi ha letto alcune toccanti pagine.

La cerimonia, introdotta e poi di seguito diretta dal Maestro Giovanni Pacor che ha sottolineato la bellezza del busto e il grande interesse e l'importanza anche documentaria del libro, è stata quindi aperta dal saluto del Sindaco Roberto Dipiazza che ha voluto sottolineare la grande bellezza di questa prestigiosa Sala del Ridotto, stupendamente restaurata e inaugurata nel settembre 2004 (ed era Sindaco lo stesso Dipiazza, allora al suo primo mandato, n.d.r.), per essere poco dopo, nel corso di un'altra solenne celebrazione, intitolata al Maestro de Sabata nel novembre 2004  alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Il Sindaco Dipiazza ha poi osservato come il busto donato dalla famiglia, “garantito” dalla preziosa mano del compianto Nino Spagnoli, si inserisca perfettamente in questa bella Sala, e per questo così significativo dono ha vivamente ringraziato la signora Eliana de Sabata e il marito,  Maestro Aldo Ceccato.

“Omaggiando” poi anche Liliana Ulessi, e complimentandosi con lei per il bel volume, di cui lo stesso Dipiazza ha voluto leggere alcune significative righe.

Ancora un indirizzo di saluto da parte del “padrone di casa”, il Sovrintendente del Teatro Stefano Pace, mentre era presente anche l'Assessore comunale ai Teatri Serena Tonel e il Conservatore del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” Stefano Bianchi, impossibilitato a intervenire, ha inviato un messaggio di adesione.

Davvero toccanti alcuni passaggi del libro della Ulessi, perfettamente interpretati da  Adriano Giraldi, dove nell'”Intervista impossibile” entra in scena lo stesso de Sabata rievocando i tempi giovanili, di precocissimo musicista quasi bambino e poi di giovanissimo direttore d'orchestra, fino alla tristezza per la morte dell'amico e maestro Arturo Toscanini, nel 1957 – e fu de Sabata a dirigere a Milano la Marcia Funebre per lo scomparso -, e all'autodescrizione della sua propria morte, dieci anni dopo, in un gelido inverno.

Emozionanti richiami, quindi, nel ricordo di Eliana de Sabata che ha rievocato il profondo legame e amore di suo padre per Trieste, e poi del Maestro Ceccato, che con un ampio intervento ha approfondito e illustrato la eccezionale caratura musicale di  Victor de Sabata, associandolo ai più grandi direttori d'orchestra della storia, “quelli che dirigono tenendo tutto a memoria, come Victor che mai volle tenere la partitura sul leggio; oltre a saper personalmente suonare tutti, nessuno escluso, gli strumenti dell'orchestra. Una enorme preparazione ma anche un innato “istinto” e un “portamento” musicale e orchestrale che qualcuno volle definire 'dionisiaco'!”

Concludendo poi con commozione ricordando i propri personali incontri e la frequentazione con de Sabata, e riferendo infine di come proprio la partecipazione a un suo concerto fu l'occasione “galeotta” per la conoscenza di Eliana, futura moglie.

Victor de Sabata nacque a Trieste il 10 aprile 1892. Figlio d’arte (suo padre era maestro di coro) si rivelò ben presto un bambino prodigio: diresse il suo primo concerto a undici anni. Al Conservatorio di Milano (1900-1910) studiò contemporaneamente violino, violoncello, pianoforte e arpa. Il suo nome compare per la prima volta in cartellone alla Scala nel 1912, non però in veste di direttore d’orchestra, bensì di compositore. La musica che scrive viene apprezzata anche da Toscanini, che nel 1922 dirige di de Sabata il poema sinfonico “Juventus”. Fu lo stesso Toscanini a invitarlo a dirigere alla Scala nel ’22; e a Toscanini de Sabata subentrò nel ’29 alla direzione musicale del teatro milanese. Da allora, e per oltre trent’anni, de Sabata ne fu la grande anima musicale. Fu lui a voler spostare la sera della «prima» al 7 dicembre, data ormai tradizionale. Sotto la sua direzione Maria Callas debuttò alla Scala nel 1950.