Un'Altra città aderisce a Fvg Pride: «Un’altra città che vogliamo credere possa esistere»

«In un’altra città sono i desideri e i sogni che fanno muovere le persone, che regolano le leggi e che indirizzano le avventure di ognuna, ognuno di noi. In un’altra città si è chi si sente di essere, e non c’è bisogno di essere quello che gli altri vogliono vedere di noi».

Lo rilevano in una nota gli esponenti di Un'Altra città.

«Non c’è - ancora - bisogno di essere rinchiusi in qualcosa che ci sta troppo stretto, o troppo largo; insomma, in qualcosa che non ci sta bene mentre i nostri corpi desiderano libertà. In un’altra città possiamo portare ogni giorno nelle strade i nostri abbracci e i nostri baci. Le nostre stanze si riempiono con chi e quanti vogliamo e nessuno può dirci nulla».

«In un’altra città - ancora - le piazze vengono aperte a chi vuole manifestare il proprio amore e le proprie passioni. Vengono aperte a chi rivendica più diritti per tutte e per tutti e nessuna giunta può minimamente pensare di bloccare qualcosa perché verrebbe travolta dalle nostre passioni e dalle nostre emozioni».

«In questa nostra città - conclude -  tutto questo ancora non avviene: sono stati eretti inutili steccati verso tutte quelle persone che vengono viste fuori dal coro, diverse e pericolose. Ma l’amore, i sogni, i desideri che rivendichiamo sono più potenti dei muri, dei ghetti, dei recinti.   È in questa città, in questo momento storico, culturale e politico che la giornata del Pride diventa la giornata in cui nessuno può pensare di stare a guardare e di non scendere in piazza a manifestare. C’è un’altra città che vogliamo credere possa esistere».