OGS a rischio chiusura

L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS esprime sorpresa, sconcerto e grande preoccupazione di fronte ai rumors, sempre più insistenti nelle ultime ore, relativi all’ipotesi concreta di creazione per decreto di un nuovo e unico Istituto Nazionale di Ricerca sul Mare, con sede a Roma, nel quale dovrebbe confluire totalmente o con la sua Sezione di Oceanografia. Le ragioni del disappunto sono molteplici • Scientifiche: il “mare” è in generale l’ambito delle “Scienze della Terra” attorno al quale, da sempre, ruotano le principali attività di OGS, che sono caratterizzate da una forte interdisciplinarietà. La frammentazione dell’Ente andrebbe a danneggiare la qualità dei progetti di ricerca portati avanti congiuntamente da ricercatori che collaborano intensamente tra le sezioni di OGS cui afferiscono. OGS attualmente partecipa  a più di 50 progetti competitivi ed è Lead partner di più di 10 progetti europei soprattutto nell’ambito della cooperazione transfrontaliera e transnazionale. Si è recentemente aggiudicato il coordinamento di un progetto in ambito PANORAMED, la prima chiamata per progetti strategici per il Mediterraneo. Ha una fortissima attività di trasferimento tecnologico nei confronti di aziende leader sul mercato. Inoltre OGS negli ultimi anni ha dato il via a numerose attività secondo le linee della “blue growth”, che si estrinsecano in progetti di ricerca e di innovazione, master, summer school, seminari specializzati, networking, iniziative di mobilità e di divulgazione scientifica, attraverso i quali l’Ente ha deciso di rispondere alla Strategia Europea della Crescita Blu che riconosce i mari e gli oceani come un motore per l’economia, con enormi potenzialità per l’innovazione e la crescita. Ciò ha già permesso a OGS, primo e unico Ente di Ricerca italiano, di ottenere il riconoscimento e il supporto dell’Unione per il Mediterraneo – UpM per progetto sui “lavori blu del futuro” denominato “BlueSkills: Blue Jobs and Responsible Growth in the Mediterranean throughout Enhancing Skills and Developing Capacities”: un programma quinquennale incentrato sulla formazione altamente qualificata e sulla mobilità nel Mediterraneo per professioni legate all’ “economia blu” con una particolare attenzione alla sostenibilità. OGS gestisce infine importanti infrastrutture di ricerca come la nave rompighiaccio Laura Bassi a supporto di tutta la comunità scientifica italiana, grazie a un accordo tra i principali Enti nazionali, con grande competenza e professionalità. • Economiche: non si capisce la ragione per cui si debba smembrare un ente come OGS che vanta un bilancio in equilibrio da sempre e una grande capacità di attrarre finanziamenti e talenti grazie alla sua rapida catena di comando, l’integrazione tra discipline, la velocità di azione e la sua riconosciuta professionalità e serietà. OGS ha inoltre stabilizzato più di 60 persone negli ultimi 3 anni. • Storiche: OGS è da considerare tra i più longevi Enti di Ricerca italiani. Le sue radici risalgono infatti addirittura al 1753, quando l’allora imperatrice Maria Teresa d’Austria, fece fondare a Trieste la “Scuola di Matematica e Nautica” per dare impulso alle competenze scientifiche di supporto alla navigazione • Geopolitiche: data la sua collocazione, OGS è da tempo punto di riferimento per gli Istituti Scientifici di Ricerca sulle Scienze della Terra di tutta l’area balcanica. Trieste, anche con la recente attribuzione del titolo di Città della Scienza e l’ottenimento dello svolgimento qui di ESOF – European Science Forum, è stata riconosciuta a livello internazionale come luogo cerniera tra l’Est e l’Ovest grazie alla presenza di numerosi Enti di Ricerca di livello nazionale e internazionale che dialogano strettamente con l’altra sponda dell’Adriatico fin dai tempi in cui c’era una distanza politica. Trieste ha già dimostrato, attraverso la diplomazia scientifica, di cui è stata pioniera, che è sempre possibile mantenere un canale di dialogo aperto fra Paesi e popoli anche in momenti di drammatico contrasto. Non si capisce il motivo per cui si voglia quindi rinunciare a un Ente collocato al centro di un’area su cui l’Europa tutta ha acceso i riflettori per i prossimi anni. Il Presidente di OGS Maria Cristina Pedicchio afferma: “Sono sconcertata dai modi e dalla poca trasparenza dei processi in atto per la “riorganizzazione” della ricerca in Italia e da come si pensi di poter modificare Enti e attività senza alcun confronto e in assenza di un piano a medio-lungo termine. OGS ha saputo della grave azione in atto di accorpamento e di perdita della sua autonomia soltanto da rumors e da telefonate private ricevute ieri. Le notizie non sono state smentite dal MIUR. Reputo questo modo di agire inaccettabile e deleterio per la ricerca e soprattutto per i ricercatori coinvolti: merito e trasparenza continuano a rimanere parole vuote”. Il Presidente aggiunge: “A fronte di un sistema nazionale che fatica a gestire l’ordinario, con tempi e modi sempre incerti, sembra che purtroppo resti forte la tendenza a procedere con “colpi di mano”. OGS è un Ente sano, caratterizzato dall’alta qualità delle sue risorse umane e da un forte riconoscimento internazionale. Ci sono progetti, fondi, infrastrutture, talenti … ma dobbiamo essere consapevoli che tutto questo deriva da un’attenta e spesso visionaria strategia, portata avanti in modo sinergico e responsabile da tutto l’Ente. La multidisciplinarietà, la media dimensione, la posizione geopolitica e la rapidità di azione si sono dimostrati fattori vincenti e sarebbe assurdo cancellarli. In questo settore è molto difficile costruire, ma basta pochissimo per distruggere”. "Un'eccellenza della ricerca qual è l'Ogs non si può smembrare e trasferire da Trieste a Roma. C'è da augurarsi che il Governo smentisca ufficialmente l'ipotesi circolata in queste ore e che, contestualmente, tutti i parlamentari regionali si oppongano a questa follia. Di certo la Regione contrasterà con tutte le sue forze il tentativo di depotenziare il Friuli Venezia Giulia per favorire Roma, Napoli o qualsiasi altro territorio". Immediata reazione del governatore Fvg, Massimiliano Fedriga, e dell'assessore regionale alla Ricerca, Alessia Rosolen, alle voci provenienti da Roma relativamente al futuro dell'Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (Ogs). "Registriamo un atteggiamento poco trasparente da parte del Governo nazionale nei confronti dell'Ogs", evidenziano governatore e assessore, ribadendo quanto l'istituto triestino rappresenti "un'eccellenza che deve essere tutelata e valorizzata in quanto contribuisce a dare prestigio all'intera regione, realizzando progetti di ricerca e innovazione universalmente riconosciuti e apprezzati per la capacità di garantire qualità in presa diretta". "Dal Governo giunga subito una dovuta smentita - concludono Fedriga e Rosolen - accompagnata da concrete garanzie per una fondamentale prosecuzione dell'attività". "Giù le mani dall'Ogs: il Governo non pensi di poter depredare il Friuli Venezia Giulia delle sue eccellenze, aspettandosi magari di incontrare un compiacente silenzio della Regione. Al contrario, ci opporremo con ogni mezzo per evitare che questo scempio possa compiersi." Lo dichiara il governatore Massimiliano Fedriga, intervenendo sull'ipotesi di accorpamento dell'Ogs all'Istituto Nazionale di Ricerca sul Mare. "Non più tardi di poche settimane fa - ricorda Fedriga - il ministro Fioramonti si è presentato a Trieste a inaugurare la nave rompighiaccio Dora Bassi. Mi chiedo dunque con che faccia ora intenda portare avanti un progetto così umiliante nei confronti di Ogs, i cui brillanti risultati sono sotto gli occhi di tutti, e di tutto il territorio regionale." "Se questo è l'approccio del nuovo Governo nei confronti delle eccellenze del Paese - prosegue il governatore - diventa davvero legittimo attendersi ulteriori scorribande in Friuli Venezia Giulia. Una prospettiva - conclude Fedriga - contro la quale la Regione sarà impegnata in prima fila, per evitare che le straordinarie realtà insediate in queste terre si trovino a pagare le conseguenze della miopia e del centralismo dell'Esecutivo."