“La famiglia al centro”, a San Giacomo proseguono le attività del progetto 'partecipato' per le famiglie

All'incirca un anno fa è partita la sperimentazione del progetto “La Famiglia al Centro”, avviata da alcuni operatori del privato sociale in collaborazione con il Comune di Trieste e l’ASuiTs,  avvalendosi di un cofinanziamento del Bando Regionale FVG 2016 dedicato ai progetti dell’Associazionismo familiare. Il progetto ha visto la realizzazione del Centro di via del Ponzanino 14/a, a San Giacomo, frutto di una progettazione partecipata del Piano di zona, finalizzata a rilevare i bisogni delle famiglie nell'ambito privato e in quello dell'interazione sociale, e vi hanno contribuito, oltre a Comune e AsuiTs anche gli operatori della cooperativa “La Quercia”, (soggetto proponente), dell'Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie, di ARCHE’, del Centro di Aiuto alla Vita, della Comunità di San Martino al Campo, delle cooperative “Duemilauno-Agenzia Sociale” e  “Prisma”, e dell'associazione “Stelle sulla Terra”.

Stamane, nel corso di una conferenza stampa presso la sede di San Giacomo, è stato fatto il punto della situazione di un percorso ben avviato attraverso le attività dei vari soggetti coinvolti, alla presenza dell'assessore comunale alle Politiche Sociali Carlo Grilli con Paolo Taverna, responsabile dell'Unità Minori UOT 1, del presidente della Cooperativa La Quercia, Barbara Gorza e gli operatori.

Obiettivo del progetto è stato quello di creare uno spazio di lettura e di ascolto dei bisogni rivolto alle famiglie, in cui fosse possibile ricevere informazioni sulle iniziative presenti sul territorio comunale, sia pubbliche sia private. Il Centro è inoltre nato con il compito di promuovere iniziative gratuite di tipo formativo, culturale, di promozione dello scambio e del confronto sociale e intergenerazionale,  realizzate dai soggetti partner secondo le rispettive caratteristiche e specificità professionali.

“Questa è la palese dimostrazione che il Piano di Zona funziona – ha detto l'assessore comunale Carlo Grilli – e si intende continuare il percorso per una realtà che non vogliamo che muoia e intrapreso grazie al coraggio, la determinazione e un 'pizzico di follia'.Concetti che stanno alla base del nostro lavoro. Ringraziamenti che rivolgo anche alla comunità che ci offre un professionismo sempre più di alto livello all'interno della 'grande famiglia' dei servizi sociali. Un 'mare in tempesta', irto di difficoltà quotidiane che affrontiamo assieme con un unico obiettivo: garantire vie d'uscita e di sostegno alle famiglie che hanno bisogno. E auspico che questo Centro sia frequentato dagli abitanti proprio per la qualità delle iniziative proposte”.

Paolo Taverna ha riepilogato l'iter di un'attività – portata avanti e condivisa tuttora da Comune e Azienda Sanitaria - iniziata concretamente nell'ottobre 2017 e così articolata: il punto informativo (Info Point), aperto sei giorni su sette, a San Giacomo, in via del Ponzanino 14/A, allo scopo di intercettare i bisogni delle famiglie, proponendo lo sportello come opportunità per ricevere informazioni e avviare percorsi di rete tra diverse realtà site nel territorio; otto percorsi a tema pensati per la famiglia, declinati in aree tematiche, includendo negli argomenti le diverse necessità della composizione  familiare (figli, genitori, nonni.).

Buono l'esito delle attività: 104 accessi da parte della cittadinanza con richieste di varia natura e interesse. Inoltre l’attività di mappatura ha rilevato la presenza di ulteriori risorse presenti sul territorio: altri soggetti del privato sociale – 7 complessivamente - che a vario titolo hanno dimostrato interesse verso il progetto e che si sono dimostrati inclini a collaborare in futuro, agevolando l'ampliamento della rete sociale creatasi. “Un modo diverso e virtuoso per raggiungere le famiglie con cui ci confrontiamo ogni giorno – ha ribadito Taverna -, in particolare per quanto concerne l'affido per cui il Comune è in 'campagna perenne' per promuoverlo sia in termini di tempi pieno che in forme più leggere per 'regalare' in ogni modo la propria disponibilità nei confronti di bambini e ragazzi”.

“Questo progetto è stato 'capofila' di realtà partecipanti al Piano di Zona – ha sottolineato Barbara Gorza -. Un percorso difficile fin dall'inizio, che ha richiesto molte riunioni e incontri. Ognuno dei partecipanti ha contribuito portando i propri singoli progetti all'interno del progetto globale. Tra aprile e maggio 2018 abbiamo registrato un incremento notevole di accessi con l'iscrizione di ben 104 persone a 7 laboratori imperniati su vari temi: “sensibilizzazione alla cittadinanza attiva”; “educare prima”; “conoscere il territorio”; “i no e le regole per genitori e nonni”; “laboratorio DSA per genitori e figli”; “informazioni per adozioni e affidi”; “genitorialità e adolescenza”.

In attesa dell'auspicato prossimo bando della Regione Fvg dedicato ai progetti sull’Associazionismo familiare, il Comune di Trieste ha inteso garantire, con un piccolo finanziamento, la continuità delle attività. Sono inoltre allo studio collaborazioni con altre Aree funzionali del Comune di Trieste, per incrociare le competenze con alcune delle attività collaterali proposte dalle altre realtà del privato sociale.