Ddl Zan: Senato blocca iter, in commissione non prima di sei mesi

Palazzo Madama ha approvato la proposta di non passaggio all'esame degli articoli del ddl Zan. La cosiddetta "tagliola" presentata da Lega e Fdi ha ottenuto 154 voti favorevoli, 131 contrari, e due astenuti. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta da un applauso. Il disegno di legge contiene misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere o disabilità, e tornerà in commissione non prima di sei mesi. "Noi ci aspettavamo 140 voti di chi era a favore del ddl e quindi contro la tagliola, ne mancano all'appello almeno 16", fanno sapere fonti dem al Senato. Da quanto risulta finora ai singoli gruppi su presenze e assenze, 2 senatori della Lega erano assenti sul totale di 64 e 3 gli assenti di Forza Italia rispetto al totale di 49. Si tratta di Niccolò Ghedini, Renato Schifani e Massimo Ferro. Per Fratelli d'Italia, invece, presenti tutti i 21 senatori. Nel Pd si contano 2 assenze su 38, 4 nel gruppo di Italia viva su 16 e 2 tra gli scranni del M5s sul totale di 74. Per il gruppo delle Autonomie solo un'assenza su 8 senatori, così come per L'alternativa c'è (ex M5s, che sono oggi nel gruppo Misto): presenti 3 su 4. Tra i presenti di FI, c'è stato un voto in dissenso 'certo': è quello di Barbara Masini. Ora si prevede, secondo l'articolo 96 del regolamento del Senato, che non si proceda all'esame degli articoli e al voto degli emendamenti, come da prassi. Se la 'tagliola' viene approvata, il disegno di legge si arena perché a quel punto, fermandosi l'iter parlamentare, quella votazione corrisponde a una bocciatura del provvedimento. Di conseguenza si deve ricominciare da zero ma bisogna aspettare almeno 6 mesi, per una proposta di legge che, una volta depositata, debba essere calendarizzata da uno dei due rami del Parlamento per la discussione. Nel caso del ddl Zan, Lega e FdI hanno anche chiesto che la votazione del non passaggio agli articoli venisse fatta a scrutinio segreto. Quest'ultima è una possibilità prevista dall'articolo 113 del regolamento di Palazzo Madama e che deve essere presentata da 20 senatori. La presidenza può accettare la richiesta, come è avvenuto oggi in Aula da parte della presidente Casellati. È stata proprio la richiesta del voto a scrutinio segreto ad accendere il dibattito in Senato. "Sono arrivate due richieste di votazione a scrutinio segreto riferite alle proposte di Lega e FdI di non passaggio agli articoli", ha detto Elisabetta Casellati. Inoltre, la presidente ritiene "ammissibili queste due richieste di votazione segreta in base al regolamento e in base ai precedenti".