Gira di nascosto video durante rapporti sessuali e lo ricatta: «25 mila euro, casa e auto»
La società attuale è in continua evoluzione e ha ritmi incessanti. analogamente corrono dati, foto ed informazioni che le persone di ogni eta’ si scambiano in ambito lavorativo, familiare ed amicale. ma non sempre questo comporta benefici e la tecnologia, in particolare per persone meno avvezze o che vivono la seconda giovinezza, può rappresentare un pericolo tanto da annichilire anche le piu’ capaci e determinate. sono sempre più numerose le persone coinvolte che non trovano il coraggio di reagire e denunciare per porre fine a ricatti finalizzati ad ottenere illeciti profitti. La minaccia è sempre la stessa: pubblicare immagini in cui vengono ripresi od immortalati atteggiamenti intimi o sessualmente espliciti se non si ottiene denaro o altro profitto in cambio. Lo scorso 9 agosto 2019 e’ entrata in vigore la legge n.69/2019 (cosiddetto codice rosso) che ha previsto l’introduzione nel codice penale dell’articolo 612-ter “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” (cosiddetto “revenge porn”). prevede la reclusione da 1 a 6 anni per chi, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza l’espresso consenso delle persone interessate, immagini o video sessualmente espliciti, destinati a rimanere privati. le vittime temono di essere umiliate, giudicate, diffamate o di incorrere in drammi e lacerazioni nei rapporti familiari o sociali in particolare laddove rivestano incarichi pubblici o siano personalita’ di rilievo. E’quello che è capitato ad un professionista di mezza età di Pordenone il quale, dopo aver allacciato una relazione sentimentale con una donna più giovane proveniente dall’est europa (spacciatasi per colombiana), è stato da quest’ultima ricattato e minacciato di pubblicare su vari social, video sessualmente espliciti girati di nascosto e contro la sua volontà. l’avvenente donna ricattando l’uomo riusciva nell’arco di poche settimane ad ottenere somme in contanti di 400,00 euro, quindi ulteriori 15mila ed infine altri 10mila euro. solo dopo l’ennesima richiesta estorsiva, l’uomo trovava la forza di presentarsi ai carabinieri della stazione di aviano per richiedere aiuto: quelle immagini, se pubblicate, avrebbero rappresentato un pericolo concreto essendo persona conosciuta e stimata. L’impegno, la professionalita’ e l’acume investigativo dei carabinieri di aviano hanno fatto ancora una volta la differenza: coordinati dal p.m. Dott. Federico baldo della procura della repubblica presso il tribunale di Pordenone, risalivano all’identità della donna acquisendo elementi probatori inconfutabili per arrestarla in flagranza del reato di estorsione, lo scorso mese di ottobre. L’avidità della giovane, gia’ riuscita ad assicurarsi una somma ingente di denaro, l’aveva portata a pretendere, in cambio della cancellazione dei video e del suo silenzio, il passaggio di proprietà di una casa e l’acquisto di un’autovettura. Il risultato conseguito dai carabinieri di aviano e’ testimonianza che non bisogna mai assecondare alcun genere di minaccia. Molti giovani per molto meno cadono in depressione o peggio ancora si tolgono la vita temendo umiliazioni sociali e familiari. Il coraggio del professionista di pordenone è dimostrazione concreta che forze dell’ordine e autorita’ giudiziaria garantiscono e tutelano l’anonimato e perseguono tempestivamente ed efficacemente questi eventi delittuosi. Chi sta vivendo situazioni analoghe trovi la forza di denunciare ricatti ed estorsioni rivolgendosi con fiducia alle istituzioni.