Solennità dell' Epifania, il Vescovo di Trieste Crepaldi: «Vangelo potenza di Dio che apre il cuore di ogni uomo»

Di seguito il testo dell'omelia che l'Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi ha pronunciato oggi  durante la Celebrazione eucaristica della solennità dell' Epifania nella chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo

Carissimi fratelli e sorelle,

  1. Con la solenne celebrazione dell'Epifania, la Chiesa ci invita a ricordare la manifestazione del Signore Gesù a tutti i popoli della terra. Con essa rinnoviamo la gioia del Natale, estendendo l’annuncio della nascita di Cristo Salvatore a tutta la terra. Il racconto evangelico che abbiamo ascoltato pone al centro il Bambino Gesù e tutto ruota intorno a Lui; soprattutto da una parte troviamo il re Erode e Gerusalemme, mentre dall’altra abbiamo i Magi e Betlemme. Erode opera nelle tenebre - “chiamati segretamente i Magi” -, è un freddo calcolatore - “si fece dire da loro con esattezza” - e si comporta in maniera falsa e ipocrita - “perché anch’io venga ad adorarlo” -. Invece, i Magi intraprendono un cammino di ricerca e si muovono fidandosi della stella: chiedono, trovano, vedono, offrono i loro doni e adorano il Signore Gesù. C’è poi una frase che descrive al meglio l’atteggiamento interiore dei Magi: “Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima”, gioia che contrasta con l’indifferenza e il timore provati da Erode e da tutta la città di Gerusalemme. I Magi sono coinvolti totalmente: perciò  possono adorare Gesù riconoscendolo come vero re, vero Dio e vero uomo.
  2. Carissimi fratelli e sorelle, nella seconda lettura che abbiamo ascoltato presa dalla Lettera agli Efesini, san Paolo ci parla del mistero di Cristo con queste significative parole che illustrano la verità profonda dell'Epifania: "Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo" (Ef 3, 5-6). Questa parola di Dio ci svela che dentro alla frammentata e, spesso, strampalata vicenda umana si realizza il progetto di Dio di unire tutti i popoli in Cristo, guidandoli a formare il corpo di Cristo, la Chiesa. In che modo il Signore realizza il suo progetto dentro la storia umana? L’Apostolo ci offre una risposta umanamente sconcertante: per mezzo del Vangelo. È la predicazione del Vangelo che ha in se stessa la forza, l’energica potenza di Dio di aprire il cuore di ogni uomo, purché non si chiuda all'accoglienza della grazia. Questa predicazione, in quanto azione della grazia, nello stesso tempo rivela ed attua il progetto di Dio dentro la storia, quello che Cristo sia tutto in tutti.
  3. Carissimi fratelli e sorelle, la pagina evangelica che abbiamo ascoltato, mentre ci informa sul percorso non solo fisico ma soprattutto spirituale dei Magi, ci indica anche, in un certo senso, l'itinerario che ognuno di noi deve percorrere per incontrare Cristo. Questo itinerario ha come due punti di forza, come due luci: la ricerca razionale da una parte e, dall'altra, l’ascolto obbediente della Parola di Dio. La ricerca razionale, infatti, ha portato i Magi, e porta ognuno di noi ad interrogare la realtà: "abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". Ma la sola ricerca razionale non è in grado di conoscere il luogo dove si può incontrare il Signore: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?". A questo punto è Dio stesso che viene incontro all’uomo, rivolgendogli la sua parola. La ricerca razionale invoca alla fine la luce della divina Rivelazione. Le due luci, della ragione e della fede, devono congiungersi: la ragione senza la fede non incontrerà mai il Signore; la fede senza la ragione non è degna dell’uomo. Una ragione incredula è impotente; una fede irragionevole è superstiziosa. Come avviene l’incontro tra i Magi e il Signore Gesù? Il Vangelo ci informa che "si prostrarono e lo adorarono". L’incontro è l’adorazione. E che cosa vuole dire adorazione? Significa riconoscere che la misura della propria vita è Dio stesso che si rivela in Cristo. Ma significa anche unione profonda, poiché il Dio che noi adoriamo è Colui che ci chiama a vivere nell’intimità più profonda con Lui. Carissimi, preghiamo affinché, come ai Magi, il Signore ci doni sempre il coraggio nel cercarLo e l’umiltà della fede nel crederLo. Preghiamo Maria che ha mostrato ai Magi il nuovo Re del mondo, affinché, come Madre amorevole, mostri Gesù Cristo anche a noi e ci aiuti a percorre la strada che porta a Lui.