Vaccino Covid, Irbm Pomezia: “Se test andranno bene, a novembre primi 2-3 milioni di dosi all’Italia”

L’Italia potrebbe ricevere le prime “2-3 milioni di dosi” del vaccino anti Covid già alla fine di novembre, cioè molti mesi prima rispetto a quanto ipotizzato da diversi esperti. Ad annunciarlo all’Ansa è Piero di Lorenzo, il presidente della Irbm di Pomezia che ha collaborato con lo Jenner Institute della Oxford University alla messa a punto del prototipo. Il nostro Paese potrà iniziare a somministrarle “se la sperimentazione in corso procederà positivamente, dopo la sospensione temporanea a causa di una reazione sospetta su un volontario” che poi si è dimostrata “non legata al candidato vaccino”. L’obiettivo del team Oxford-Irbm-AstraZeneca, quindi, è quello di rispettare le tempistiche “già annunciate dallo stesso ministro della Salute Roberto Speranza“, chiarisce di Lorenzo. La sperimentazione è ripresa dopo la temporanea sospensione dovuta a un problema con uno dei 50mila volontari che stanno prendendo parte ai test. L’uomo era stato colpito da un’infiammazione spinale, la mielite acuta trasversa, che consiste in un’infiammazione in uno o più segmenti adiacenti del midollo spinale. Il comitato di esperti indipendenti che ha esaminato la questione ha però stabilito in pochi giorni che tale reazione non era collegata all’inoculazione del candidato vaccino. Questa sperimentazione, spiega di Lorenzo, “è infatti condotta in doppio cieco: ciò vuol dire che nè i medici nè i pazienti sanno a quali dei volontari è somministrato il candidato vaccino ed a quali solo placebo. Dunque – conclude – la reazione sospetta potrebbe anche essersi verificata su un volontario che aveva assunto il placebo e non il farmaco”.