Un gioco "Made in Fvg" candidato agli Oscar dei giochi da tavolo

Sono ormai prossimi gli Oscar dei giochi da tavolo gli “Spiel Des Jahres”, in agenda il 20 luglio in terra tedesca, dove per la prima volta ad essere candidati per la categoria “Intenditori” troviamo due protagonisti italiani. Hjalmar Hach e Carlo Burelli, friulani di nascita, si sono visti riconoscere insieme a Lorenzo Silva, la prestigiosa candidatura per aver sviluppato il gioco The King’s Dilemma.

Non un semplice gioco da tavolo ma una vera e propria esperienza narrativa. The King’s Dilemma vi farà entrare nel Consiglio del Re, ogni vostra scelta avrà delle conseguenze e cambierà per sempre il destino del regno. Un gioco che saprà risvegliare la vostra passione, facendovi entrare nell’universo fantasy grazie al principale strumento del gioco, le carte “dilemma”, che mettono ogni giocatore di fronte ad una scelta. In questo senso The King’s Dilemma è un gioco a tempo, dopo circa 20 partite infatti il regno avrà fatto il suo corso e si dovrà ripartire da una “nuova scatola”. Il fascino sta anche in questa scelta di rendere The King’s Dilemma una realtà viva e dinamica che una volta trasformata non ci consente di tornare indietro, un parallelismo con la vita di tutti i giorni che torna a farci riscoprire ciò che i bambini invece sanno molto bene: il gioco è crescita.

Focus on:

Hjalmar Hach

Hjalmar Hach nasce all’ospedale di Udine nella notte tra il 6 e il 7 gennaio del 1987, notte nella quale in tutti i borghi e i paesi del Friuli-Venezia Giulia, ardono i falò epifanici che la tradizione vuole segno e simbolo di prosperità e abbondanza. Trascorre la sua infanzia a Venezia dove i suoi genitori studiano entrambi architettura fino a quando il padre, figlio di un diplomatico di nazionalità tedesca, si trasferisce a Berlino per lavorare alla ricostruzione della città, immediatamente dopo la caduta del muro. La musica, l’arte e la filosofia sono una costante nella vita dell’autore e contribuiscono ad alimentare la sua innata curiosità per quel lato artistico e poetico delle cose che condizionerà molte delle sue scelte da adulto. In particolare, quella di studiare, oramai ventenne, Composizione al Conservatorio di Udine con il maestro Renato Miani. È proprio questo soggiorno Udinese, la città del nonno e noto urbanista Luciano Di Sopra, come anche la dedizione alla musica a rendere possibile l’avvicinamento professionale ad un mondo, quello del gioco da tavolo, fino a quel momento inesplorato. Da semplice passione, il game design diventa velocemente nuova opportunità di sperimentazione e poi professione. E’ cosi che vede la luce Photosynthesis, primo successo internazionale dell’autore pubblicato nel 2017 con Blue Orange. Nello stesso anno Hjalmar è invitato a entrare nella squadra di Horrible Guild come lead game designer. L’unione creativa con il C.E.O. Lorenzo Silva porta all’uscita di una lunga serie di titoli acclamati da critica e pubblico tra cui: Dragon Castle (2017); Railroad Ink (2018); The King’s Dilemma (2019); e Similo (2020). Nei quattro anni di attività ha inoltre pubblicato un gioco su licenza della prestigiosa casa editrice americana Marvel e ottenuto molti riconoscimenti nazionali e internazionali.Vincitore del premio Efesto, ha ottenuto una nomination al Gioco dell’Anno, 5 nomination e una vittoria ai Golden Geek Award, e si è aggiudicato il MENSA Select Award nel 2018. Uno dei suoi giochi (Dragon Castle) è stato convertito in applicativo per cellulare e altri sono in procinto di essere digitalizzati. Nel 2020, con il team Horrible, lancia per la prima volta un prodotto (Railroad Ink Challange) sulla piattaforma di Crowdfounding Kickstarter raccogliendo più di mezzo milione di euro con oltre 10000 sostenitori. Il riconoscimento più importante arriva tuttavia con la nomination per l’originalissimo The King’s Dilemma allo Spiel des Jahres, l’oscar del gioco da tavolo tedesco, ambitissimo premio mai assegnato ad un italiano nella categoria intenditori. Hjalmar Hach oggi vive a Milano con la moglie e il figlio Teodor di 1 anno.

Carlo Burelli

Carlo Burelli insegna filosofia politica all’Università del Piemonte Orientale. Dopo il dottorato, Carlo è stato post-doc all’Università di Milano, e visiting scholar alle Università di Cambridge, Amsterdam e Francoforte. E’ autore di numerosi articoli scientifici nelle più importanti riviste internazionali e di due libri: “E fu lo Stato: Hobbes ed il dilemma che imprigiona” (Mimesis 2010) e “Realtà, Necessità, Conflitto: Il realismo in Filosofia Politica” (Carocci 2020). Al di fuori della vita accademica, Carlo ha al suo attivo numerose collaborazioni come scrittore. Nel 2010, è stato co-autore della sceneggiatura per un dialogo filosofico sul tema della libertà, patrocinato dal Corriere della Sera ed interpretato al noto teatro milanese Franco Parenti. Ha inoltre pubblicato diversi articoli di opinione per giornali e blog nazionali ed internazionali, come ad esempio il Messaggero Veneto, la Fondazione Feltrinelli, ed Opendemocracy. Nel 2017 il suo interesse per la politica e la scrittura ha felicemente incontrato la sua passione per il mondo dei giochi, lavorando come writer e narrative designer per the King’s Dilemma. Carlo ha momentaneamente smesso di cercare di risolvere dilemmi etici noti, dedicandosi invece a immaginarne di nuovi, che ponessero i giocatori davanti all’inevitabile tensione tra gli interessi personali, l’ideale di giustizia e la stabilità del regno.

 

Alan Mattiassi, Ph.D.
Alan Mattiassi nasce a Cividale del Friuli l’8 aprile 1983. Cresce in un paesino friulano, dove ha attuale dimora. Il distacco da una vita frenetica lo ha portato a sviluppare un carattere riflessivo e degli interessi intellettuali che esplorano il vissuto delle persone e l’esperienza soggettiva del mondo. Frequenta il liceo scientifico N. Copernico di Udine, per poi decidere di proseguire il percorso scientifico iscrivendosi alla facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Trieste. Infatti, come psicologo non si interesserà di terapia ma dello studio della mente. È qui che si innamora definitivamente della ricerca. Dopo aver concluso gli studi con un 110 e lode ed essere stato premiato come uno dei migliori studenti, riesce ad entrare in un corso di dottorato, dove sviluppa le competenze proprie del metodo scientifico e la capacità di condurre esperimenti, analizzare dati e pubblicare, ma soprattutto la forma mentis ed il rigore metodologico dello scienziato. Ottenuto il titolo di Dottore di Ricerca (Ph.D.), decide di dedicarsi completamente ad uno degli argomenti che gli è sempre stato a cuore: il gioco. Affascinato durante gli anni scolastici dai videogiochi prima e dai giochi di carte e da tavolo successivamente, dal dottorato in poi Alan si dedica allo studio del gioco e a come la mente lo approccia, lavorando sia come libero professionista che all’interno dell’accademia in ambiti in cui il gioco è tema principale e la psicologia modalità d’eccellenza. Ottiene diversi contratti di ricerca e di insegnamento all’Università di Udine, di Modena e Reggio Emilia, da Aziende Sanitarie, da enti privati. Costituisce il board scientifico che sviluppa il gioco Free to Choose, all’interno del medesimo progetto europeo, che mira a combattere gli stereotipi di genere sul mercato del lavoro e che viene premiato come Best Practice. Insegna alla GameS WiS, scuola per game design avanzato organizzata nel contesto di Lucca Comics&Games dal GAME Science Research Center (presso la Scuola di Alti Studi di Lucca) di cui è membro. Fa parte di differenti comitati scientifici, come quello della Tavola Esagonale (convegno italiano sul gioco) e quello dell’Archivio Italiano dei Giochi (che ha sede a Udine). Pubblica su svariate riviste internazionali in peer review e partecipa alla scrittura di volumi quale “EDU-LARP - game design per giochi di ruolo educativi” (FrancoAngeli, a cura di A. Maragliano) e nel 2019 partecipa a TedX Udine dove per la prima volta parla pubblicamente di Game Psychology, Psicologia del Gioco, in cui propone un’area tra psicologia ed economia comportamentale frutto delle sue ricerche in cui è possibile studiare in maniera innovativa il comportamento delle persone all’interno di quelle strutture rigide che sono i giochi – ma che sono modello di comportamento di tante situazioni della vita reale.