La titolare di Home - Sapore di Casa «Investito anima e corpo, ora abbiamo paura di non farcela»

Pubblichiamo dalla co-titolare del locale Home - Sapore di Casa (via Muratti 1)

Ho 29 anni e assieme al mio fidanzato di 32 anni abbiamo investito praticamente tutto quello che avevamo per realizzare il nostro sogno, quello di aprire un attività nostra di bar ristorazione...
la trattativa era incominciata a ottobre 2019 e dopo tante difficoltà dovevamo entrare nel nostro locale il 1 aprile 2020, ma purtroppo prima è scattata la pandemia, quindi il tutto si è rallentato e abbiamo aperto la nostra attività il 6 giugno 2020. Le paure erano tante, visto il primo lockdown, visto il crollo dell’economia, visto i pochi aiuti arrivati sia ai dipendenti e men che meno alle partite iva.
Nonostante la nostra grande paura, abbiamo tirato fuori le “palle”(fatemi passare il termine) e abbiamo messo tutte le nostre energie e idee per creare un concept nuovo nella stupenda città di Trieste. Non possiamo lamentarci perché il riscontro avuto è stato enorme e non ci aspettavamo di ottenere subito i risultati che abbiamo ottenuto, i complimenti ricevuti, e perché no anche le critiche che servono sempre per crescere e migliorarci. Dopo mesi dove non avevamo
Mani a sufficienza per lavorare, per l’enorme afflusso della nostra amata clientela, ora ci ritroviamo nella seconda ondata che tutti preannunciavano, ci ritroviamo nella desolazione più totale e non posso che ammettere che la tristezza è davvero tanta e la paura enorme. La paura di non farcela questa volta perché le spese corrono senza interruzione e gli aiuti per aver aperto dopo il primo lockdown sono praticamente nulli.
Riceviamo forse, non si sa tra quanto 3000€ dall’agenzia delle entrate e 1500€ dalla regione ... si magari certe persone diranno “beh cavoli 4500€ sono tantissimi”, si lo sono per una persona normale ma non per un attivita, dove solo di affitto paghiamo 5000€ al mese, e quello dobbiamo continuare a pagarlo ogni mese , così come le bollette, così come alcuni dipendenti che per essere stati assunti più tardi non gli spetta la cassa integrazione.
Ora io non sono negazionista perché è evidente che il virus esiste, ma non si può mandare a picco l’economia di un intero paese e forse del mondo intero.. non si può non aver fatto nulla questa estate, facendo finta che il virus non fosse mai esistito, non si può non essersi preparati alla seconda ondata che tutti preannunciavano... e soprattutto non si può far chiudere le attività per metà solo per non dover dare gli aiuti necessari per rimanere in piedi... far tenere aperto per gli asporti non consentendo neanche di bere il caffè fuori dal locale o per strada equivale a dire “il caffè fatevelo a casa vostra” ... l’unica cosa sensata che dovrebbero fare i nostri geni superiori è chiudere tutto, ma davvero tutto e non per metà, dare gli aiuti necessari per far sopravvivere le aziende, attenzione non per ARRICCHIRLE ma quanto meno per farle sostenere tutte le spese che le aziende hanno... io parlo nel mio caso e solo ora capisco davvero l’enorme quantità di spese che ci sono dietro le attività.
Andare avanti così non si può, mi piange il cuore, la mia mente ha il pensiero fisso del “c’è la faremo a superare questo periodo? Riusciremo a riaprire quando tutto ciò finirà?” Lo spero tanto, ma questo non è di certo il modo giusto per farci sopravvivere!