L’anima, la terra, il colore - arte d’azione e d’inclusione, al magazzino 26 mostra di Toni Zanussi (VIDEO)

E’ stata inaugurata oggi, nel Magazzino 26 del Porto Vecchio, la mostra di Toni Zanussi “L’anima, la terra, il colore”- Arte d’azione e d’inclusione, realizzata dal Comune di Trieste attraverso l’Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo insieme all’Assessorato alle Politiche Sociali di Trieste, dal Dipartimento Scuola, Educazione, Promozione Turistica, Cultura e Sport, dal Servizio Promozione Turistica, Eventi Culturali e Sportive, dal Dipartimento Servizi e Politiche Sociali e dal Servizio Sociale Comunale - Servizio di Inserimento Integrazione lavorativo - in collaborazione con il Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.) di Trieste, l’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni (U.S.S.M.) di Trieste, il Garante locale dei diritti delle persone private della libertà personale e gli Operatori di inclusione EnAIP FVG Trieste, Euro & Promos, con il supporto del Progetto finanziato dalla Cassa delle Ammende e dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia: Lybra Società Cooperativa Sociale – ONLUS e Fondazione diocesana Caritas Trieste ONLUS.
 
Sono intervenuti gli assessori comunali alle Politiche della Cultura e del Turismo Giorgio Rossi, alle Politiche Sociali Carlo Grilli e la curatrice della mostra Marianna Accerboni e il vicesindaco di Tarcento, Luca Toso. Per il Ministero della Giustizia, Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità: Rita Bergamo, responsabile dell’Area Misure e Sanzioni di Comunità dell’UDEPE di Trieste e Elisabetta Kolar, direttore dell’USSM di Trieste.
 
 
L’iniziativa è molto più di una personale in cui poter visionare l’arte poetica e sottilmente onirica di Toni Zanussi, perché è anche un progetto-laboratorio, ideato dall’artista stesso, di inclusione sociale. La mostra che Trieste dedica a Toni Zanussi fa parte infatti di un ciclo espositivo di rassegne, ognuna diversa dall’altra, incentrate oltre che sulla sua creatività, sulla promozione di questo prezioso e attuale concetto, che ha visto un primo allestimento in una versione molto più ridotta nel 2020 a Tarcento e che dopo Trieste proseguirà a Monaco.
 
L’esposizione al Magazzino 26, curata dalla giornalista e critica d’arte Marianna Accerboni, è realizzata dal Comune di Trieste in collaborazione con l’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni (U.S.S.M.) di Trieste, l’U.D.E.P.E (Ufficio Distrettuale Esecuzione Penale Esterna) di Trieste e con il Garante locale dei diritti delle persone private della libertà personale. Sono sei le persone del territorio (adulti e minorenni), alcune protagoniste di condotte illecite, che nel corso dell'esecuzione delle misure e sanzioni di comunità a cui sono soggetti, offriranno il loro contributo alla rassegna, in particolare nei processi di diffusione e comunicazione della mostra oltre che nell’accoglienza dei visitatori. L’obiettivo di tale coinvolgimento è quello di restituire loro un ruolo di utilità sociale e di favorirne il reinserimento attraverso un’esperienza formativa e relazionale positiva nel mondo dell’arte a dimostrazione che l’arte può essere uno strumento potente di educazione alla legalità.
 
“In questo ‘centro di gravità culturale permanente’ che è il Magazzino 26, abbiamo voluto mettere in mostra un percorso di vita, di speranza. Una mostra che definirei ‘metafisica’ e che rappresenta mondi diversi e sospesi, suscitando spunti di riflessione che acquistano ancora più valore in un’epoca segnata dalla pandemia, grazie all’impegno di un artista come Toni, un uomo di grande umanità con il quale ho instaurato fin da subito un’intesa - ci tiene a precisare l’assessore Giorgio Rossi - apprezzandone soprattutto la ricchezza d’animo.”. È per questo che abbiamo voluto costruire con lui questa mostra quale esperienza di vita per molti di noi”.
 
“Toni vive a Stella, vicino a Tarcento ed è con piacere – ha aggiunto Rossi - che rivolgo un sentito saluto da parte dell’Amministrazione comunale al sindaco della città che ospita un artista di carattere internazionale come Toni Zanussi”.
 
“Sono fermamente convinto che l’arte, la creatività e la bellezza - aggiunge l’Assessore Carlo Grilli - siano propagatori di speranza e fiducia verso il futuro, talla base di tutti i percorsi di inclusione sociale. Ma inclusione significa anche collaborare insieme e proprio per questo la mostra di Toni Zanussi viene accompagnata da una corale di realtà istituzionali, private e del privato sociale che hanno concorso alla riuscita positiva e che ringrazio. Giovani e adulti che si sono resi protagonisti di condotte illecite e che si mettono a disposizione del pubblico in veste di guida, per trasmettere ai visitatori il senso profondo delle opere esposte”. “La vera essenza del nostro lavoro – ha detto ancora Grilli - è togliere lo strato di sofferenza evidenziando quali percorsi si possano intraprendere. Tutto ciò grazie all’impegno dell’artista, degli operatori dei Servizi sociali che stanno accanto alle persone che vogliono riscattarsi e a tutti coloro che collaborano strettamente per raggiungere questo risultato, anche per mezzo di un’esposizione così bella, positiva e colorata come questa realizzata al Magazzino 26”.
 
In un luogo di grande fascino architettonico come il Magazzino 26, in perfetta armonia con l’allestimento, la mostra a ingresso gratuito ospita una novantina di opere di magnetica suggestione, molte delle quali di dimensioni notevoli - oltre due metri di lunghezza per un metro di altezza - suddivise in cinque sezioni tematiche secondo un percorso cronologico.
 
Dalle tavole ai bidoni e alle casse dipinti con colori vivaci e solari e con i temi del sogno che raccontano di viaggi lontani, nei territori della mente e del fantastico, attraverso lavori dalle forme più diverse ed affascinanti: rettangolari, circolari, a ogiva, realizzati su diversi supporti come sostegni MDF, il legno grezzo delle casse, il metallo dei grandi bidoni.
 
“La rassegna - spiega la curatrice Marianna Accerboni - testimonia, in una sorta di orizzonte di luce e di cromatismi accesi, eleganti e al contempo sobri, l’universo creativo e la sperimentazione svolta dal pittore friulano Toni Zanussi negli ultimi trent’anni. In mostra compare un’ampia selezione di opere che raccontano il suo immaginario, stilato secondo una cifra molto personale, armonica e sottilmente dinamica: una pittura sgorgata dal cuore di un artista dal gesto pittorico incantato. Luminosi e talvolta in controluce, com’è spesso la vita, i suoi lavori ci parlano dell’esistenza reale, trascendendola e idealizzandola attraverso simbolismi iconici e di speranza. In tal senso, sotto il profilo critico, la sua opera si colloca nell’ambito di quel filone espressivo orientato a un’interpretazione della realtà arricchita da suggestioni oniriche, fantastiche, metafisiche e surreali, che ha caratterizzato, in nome della libertà, buona parte dell’arte e persino dell’architettura del Novecento e contemporanea, a partire da Mirò per arrivare alle forme organiche dell’architetto statunitense Frank Gehry”.
 
Il pubblico potrà così godere di molti suoi lavori, alcuni dei quali inediti: dal recente “Totem omaggio a Mostar” del 2020 che supera, in diagonale, i tre metri, al trittico formato dalle tre opere di forma ogivale “Cosmogonia”, “Cosmogonia nero terno” e “Cosmogonia rossa” del 1994.
 
Un’arte dove il male è dissacrato, esorcizzato e superato attraverso composizioni dai colori vivaci, quasi allegri per portare lo spettatore in una realtà altra, una fuga verso la speranza come nella serie più recente incentrata sul tema della pandemia da Covid-19, che l’artista chiama “invisibile creatura”, e ai lirici voli cromatici su Sarajevo e Mostar, che ricordano la tragedia della guerra o quella dell’Afghanistan.
 
Per Toni Zanussi l'arte è impegno artistico, riscatto per tutti gli umili, i poveri, gli abbandonati, gli scartati della terra ed è anche strumento, linguaggio, metodologia per esprimere il suo impegno civile.
 
A corredo di ogni sezione, un testo allude alle pene, alla detenzione e alla possibilità di redenzione attraverso la giustizia riparativa, tema trasversale alla mostra e molto sentito dall’artista: la speranza. Zanussi si ispira alla natura e ai suoi cambiamenti, ai colori e alle atmosfere che mutano con l’alte rnarsi delle stagioni. Immerso nei boschi del monte Stella a Tarcento (UD), dove l’artista ha costruito il suo studio-atelier, un luogo ospitale, sempre aperto a curiosi e amici, “pittore della cosmogonia e della contaminazione tra materia e realtà sociale, artista del recupero degli sprechi e poeta” come lo ha definito Gillo Dorfles, Zanussi raccoglie da oltre quarant’anni sempre crescenti successi.
 
Le sue opere sono state raccontate da tanti scrittori ed intellettuali ed esposte in giro per il mondo, da Venezia fino a Parigi.
 
Nell’arco dei prossimi mesi si terranno in sede alla mostra di Trieste, degli eventi in cui saranno coinvolte personalità note nel mondo dello spettacolo e della cultura, chiamate ad intervenire sugli aspetti artistici della mostra e sulla giustizia riparativa.
 
L’iniziativa dimostra come arte e solidarietà possano coinvolgere e veicolare sentimenti ed emozioni di uguale e profonda intensità rappresentando l’occasione per riscoprire assieme che le difficoltà possono tradursi in opportunità.
 
Dopo Trieste, l’esposizione di questo riservato e intenso pittore, si trasferirà a Unterföhring (Monaco di Baviera).
 
Ingresso libero. orari: 29 dicembre: 11 -17; giovedì e venerdì: 10 -17; sabato e domenica: 10 – 19; 31 dicembre: 10 – 13; 1 gennaio: chiuso; 6 gennaio: aperto 10 -19
 
info e visite guidate: +39 333 6133178 | +39 335 6750946
 
Per accedere all'inaugurazione della mostra il 29 dicembre è obbligatorio essere in possesso del Green Pass ''rafforzato'' ed indossare la mascherina FPP2. Per visitare la mostra in momenti successivi all'inaugurazione e fino al 9 gennaio 2022, è sufficiente essere in possesso del green pass “base” (si ottiene con vaccinazione, guarigione dal virus o esito negativo del tampone nelle ultime 48 ore). Dal 10 gennaio 2022, per visitare la mostra sarà obbligatorio essere in possesso del green pass “rafforzato” (si ottiene solo con vaccinazione e guarigione dal virus).

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