Trieste in musica: i 40 Fingers tra la Barcolana e il grande ritorno al Rossetti (VIDEO)
Quattro chitarre, un’anima sola e un talento che parla al mondo. In diretta dalla terrazza Fotomauro – Trieste Cafe, nel cuore pulsante della Barcolana, i 40 Fingers hanno regalato al pubblico un incontro speciale tra musica, passione e triestinità.
Ospiti di Luca Marsi e accolti dal padrone di casa Massimo Semeraro, i quattro artisti – Matteo Brenci, Emanuele Graffiti, Enrico Maria Milanesi e Andrea Vittori – si sono raccontati con entusiasmo e ironia, ripercorrendo i successi che li hanno portati dai caffè di Trieste ai teatri di New York, Rio de Janeiro, Seattle e Tokyo, fino ai prossimi concerti del 18 e 19 novembre al Politeama Rossetti, Lla cui prima data è quasi sold out.
“Il nostro viaggio è nato nel 2016 – ha ricordato Matteo Brenci – da quattro amici uniti dall’amore per la chitarra acustica. Dopo una serata nata per caso, abbiamo capito che tra di noi c’era un’alchimia speciale. Da lì sono nati i 40 Fingers”.
Dal rock ai classici del cinema, fino ai brani originali, la band ha costruito un linguaggio universale fatto di armonie e libertà espressive. “Ogni concerto è diverso – ha raccontato Emanuele Graffiti – perché il pubblico cambia, e con lui cambia anche la nostra energia. È uno scambio continuo: noi suoniamo per loro, loro ci restituiscono emozioni”.
I 40 Fingers hanno conquistato artisti di fama mondiale come Andy Summers dei Police, che dopo aver visto il loro arrangiamento di Message in a Bottle ha voluto collaborare con loro, e Andrea Bocelli, con cui hanno condiviso un progetto musicale internazionale.
“Con Bocelli è stata un’esperienza incredibile – ha spiegato Enrico Maria Milanesi – una produzione americana, curata nei minimi dettagli, e per noi un onore immenso.”
Sul loro segreto, Andrea Vittori sorride: “La musica strumentale è la nostra lingua. Non avere parole ci rende liberi, perché la musica arriva ovunque, senza barriere. È questo che ci permette di emozionare un bambino o un adulto con la stessa forza.”
Oggi, dopo anni di tournée e riconoscimenti, i 40 Fingers tornano “a casa”, nella città dove tutto è cominciato. “Suonare a Trieste è sempre un’emozione speciale – raccontano –. Dopo aver girato il mondo, il calore del nostro pubblico è qualcosa che nessun palco può eguagliare.”
Il gruppo sta lavorando anche a nuove composizioni originali, nate dall’esperienza e dal dialogo musicale di questi anni, e prepara un tour europeo che toccherà Germania, Olanda e Ungheria.
Chiudono l’intervista con una battuta tutta triestina, rivolta al pubblico: “Muloni e mulone, vi aspettiamo numerosissimi al Rossetti… e no stè a far le solite pigne!”
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