“Classici contro”: mercoledì al Teatro Miela si parla di “giustizia del mare”

Il cammino del progetto Classici Contro, ideato da Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani dell'Università Ca' Foscari di Venezia giunge a Trieste in un percorso che attraversa tutta l'Italia,  mercoledì 3 ottobre al Teatro Miela, dalle 9.30 alle 13.00. I classici, tra Omero, Socrate e Virgilio, ci rivelerano i loro pensieri di tremila anni per i problemi di tutti i giorni.

Il tema che sarà al centro di una mattinata di interventi, discussioni e azioni sarà Dike, la Giustizia, con una parola greca che conosciamo bene, perché da sempre accompagna la nostra vita.

In particolare si parlerà della Giustizia del mare. L'evento, aperto a tutti, è realizzato grazie alla collaborazione tra l'Università di Trieste, l'Università di Udine e Ca' Foscari di Venezia e alla cura di Elena Fabbro, Marco Fernandelli e Marco Fucecchi. Sono parte del progetto, con una sinergia che è una grande novità, tutti i Licei Classici del Friuli Venezia Giulia: Liceo Petrarca Trieste, Liceo Carducci-Dante Alighieri Trieste, Liceo Prešeren Trieste, Liceo Dante Alighieri Gorizia, Liceo Trubar Gorizia, Liceo Stellini Udine, Liceo Uccellis Udine, Liceo Paolo Diacono Cividale Del Friuli, Liceo Paschini Tolmezzo, Liceo Leopardi-Majorana Pordenone. Il Comune di Trieste (Assessorato all'Educazione, Scuola, Università e Ricerca) ha accolto con entusiasmo e ha sostenuto in ogni aspetto l'iniziativa, che è realizzata con la mediapartnership del Piccolo di Trieste e del Messaggero di Udine.

Con la presentazione di Oliva Quasimodo (Liceo Carducci-Dante Trieste) e Alessio Sokol (Liceo Dante Gorizia), introducono la mattinata i saluti dell'assessore Angela Brandi e di Elisabetta Vezzosi, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici di Trieste.

Si inizia e si entra nel vivo delle questioni della dike col prologo 'antico' di Marco Fucecchi (Università di Udine). La riflessione sulla giustizia segna la letteratura europea fin dai poemi omerici. Ma con Esiodo, il poeta degli dèi e della saggezza quotidiana, la Dike diventa mito e personificazione per tutta la storia dell'Occidente.

Marco Fernandelli, filologo classico dell'Università di Trieste, avvicina alle immagini del mare, indaga sulle sue relazioni con la giustizia attraverso l'epica di Virgilio. Il mare offre immagini di turbamento e di quiete su una scala così grande da far intuire l’azione di una forza soprannaturale. C'è nell'Eneide il pensiero di una giustizia cosmica, di un ordine del mondo in cui l’operare dell’uomo deve iscriversi con il proprio significato e il proprio limite. Enea, dopo aver perduto la sua patria è costretto a cercare nuove rotte e una nuova terra dove poter vivere e provare a rifondare il senso del diritto delle genti.

Andrea Zannini (Università di Udine) conduce nel mondo moderno con un pamphlet, Mare liberum, pubblicato nel 1609 dall'olandese Ugo Grozio, il quale sosteneva che il mare dovesse essere uno spazio libero dai poteri dei sovrani e degli Stati. Nacque un'idea moderna di mare come spazio di confronto e di libertà. Cosa è rimasto al giorno d'oggi di quello spirito? Cosa sono, nell'età della globalizzazione, delle migrazioni e delle mega-portacontainer i mari d'oggi?

La voce della scienza si unisce, infine, alle riflessioni tra i classici e la storia delle idee con l'intervento di Sandro Carniel, Oceanografo del CNR-ISMAR di Venezia. I mari e gli oceani producono la metà dell’ossigeno che respiriamo, assorbono il 30% dei gas serra attualmente emessi dall’uomo, sono abitati dalle

forme di vita più grandi e più piccole al mondo, forniscono proteine a quasi 2 miliardi di persone e controllano il clima di tutto il Pianeta. Eppure, mentre i mari subiscono una serie di attacchi precedentemente mai affrontati, la loro fondamentale importanza rimane sottovalutata, una iniquità che sentiamo sempre più forte e pericolosa per la stessa vita degli uomini sulla terra.

Accanto alla ricerca, sono in azione sulla scena, da veri Classici Contro, i giovani studenti dei licei classici del Friuli Venezia Giulia. Cominceranno dalla favola dell’usignuolo e dello sparviere di Esiodo: è la legge spietata del più forte. Reciteranno a più voci la storia dell’origine della giustizia dal Protagora di Platone. Metteranno in scena le parole su ciò che possiamo fare noi cittadini moderni. Con l'armonia della musica a sostenere la forza dei pensieri. Se una definizione di giustizia è possibile, essa trova il suo fondamento nel ‘limite’, che riguarda tutti noi uno per uno, nella consapevolezza della nostra hybris. Proprio a confronto con la voce del mare. I classici antichi sono allora una buona risorsa per imparare proprio questo.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Con prenotazione obbligatoria per le classi e i gruppi