Spazzacorrotti, Pd: «Mazzata all'associazionismo e all'impegno civico, mozione in Consiglio Comunale»

«Vista l'importanza dell'associazionismo a Trieste, abbiamo deciso di riproporre anche a livello comunale la mozione già proposta dal gruppo consiliare regionale del PD: molte, infatti, sono le realtà che risentono di quanto previsto nella legge "spazzacorrotti"». Lo rileva in una nota Giovanni Barbo, consigliere comunale del Pd. «Una legge - conclude Barbo - che parte dal pregiudizio verso chi decide di chi fa politica, che disincentiva l'impegno civico delle persone, che mette in seria difficoltà le associazioni». Di seguito il testo della mozione a firma di tutti i consiglieri comunali del Pd
TENUTO   CONTO che nella precedente legge sul finanziamento dei partiti, approvata nel 2014, l'articolo 5 comma 4, con il fine di porre un limite all'utilizzo improprio di fondazioni e associazioni da parte dei partiti, recita: "Alle fondazioni e alle associazioni la composizione dei cui organi direttivi sia determinata in tutto o in parte da deliberazioni di partiti o movimenti politici, nonché alle fondazioni e alle associazioni che eroghino somme a titolo di liberalità o contribuiscano al finanziamento di iniziative o servizi a titolo  gratuito in favore di partiti, movimenti politici o loro articolazioni interne o di parlamentari o consiglieri regionali, in misura superiore al 1O per cento dei propri proventi di esercizio dell'anno precedente, si applicano le prescrizioni di cui al comma 1 del presente articolo, relative alla trasparenza e alla pubblicità degli statuti e dei bilanci"; CONSIDERATO che con la legge 3/2019, "Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici", cosiddetta "Spazzacorrotti", si è modificato profondamente il quadro normativa,  e l'articolo sopracitato viene così trascritto: "Ai sensi e per gli effetti del presente articolo, sono equiparate ai partiti e ai movimenti politici le fondazioni, le associazioni e i comitati la composizione dei cui organi direttivi sia determinata in tutto o in parte da deliberazioni di partiti o movimenti politici owero i cui organi direttivi siano composti in tutto o in parte da membri di organi  di partiti o movimenti politici owero persone  che siano o sono state, nei dieci anni precedenti, membri del Parlamento  nazionale o europeo o di assemblee elettive regionali o locali owero che ricoprano o abbiano ricoperto, nei dieci anni precedenti, incarichi di governo al livello nazionale, regionale o locale owero incarichi istituzionali per esservi state elette o nominate in virtù della loro appartenenza a partiti o movimenti politici, nonché le fondazioni e le associazioni che eroghino somme a titolo di liberalità o contribuiscano in misura pari o superiore a euro 5.000 l'anno al finanziamento di iniziative o servizi a titolo gratuito in favore di partiti, movimenti politici o loro articolazioni interne, di membri di organi o movimenti politici o di persone che ricoprono incarichi istituzionali"; PRESO ATTO che suddetta modifica, con l'equiparazione ai partiti, pare determinare l'obbligo di adempiere integralmente alla normativa sul finanziamento dei partiti, la quale prevede, in caso di inadempienze, non solo prowedimenti di carattere amministrativo, ma anche penali; ATTESO che la platea dei soggetti viene ulteriormente estesa ai comitati; RILEVATO che tale modifica investe di fatto tutti quegli enti, tra cui associazioni culturali, sportive, di volontariato che abbiano nei propri organi direttivi persone che abbiano o abbiano avuto nei dieci anni precedenti un qualsiasi coinvolgimento con la politica o con la pubblica amministrazione, dallivello parlamentare a quello comunale, fino all'essere consigliere comunale di un piccolo Comune; TENUTO CONTO che tali enti, con l'entrata in vigore della modifica normativa, vengono equiparati ai partiti con i conseguenti obblighi, del tutto impropri e sproporzionati rispetto all'attività svolta da tali associazioni, comitati o fondazioni e ciò per la semplice presenza in un consiglio direttivo di una persona che nei dieci anni precedenti sia stato un consigliere comunale; PRESO ATTO che il riferimento a persone che sono state nominate in virtù della loro appartenenza a partiti politici aprirebbe anche ad un vulnus interpretativo; PRESO ATTO ancora dell'incredibile confusione interpretativa ed organizzativa  in cui rischiano di trovarsi da subito per effetto di questa normativa decine e decine di associazioni operanti in modo encomiabile nel nostro territorio; CONSIDERATO che tale normativa più che a combattere la corruzione nella vita pubblica pare, con questa disposizione, colpire la libera vita associativa nella nostra Comunità e generalizzare un clima di sospetto e di esclusione generalmente rivolto verso chiunque abbia svolto, svolga o intenda svolgere un mandato istituzionale a qualsiasi livello con ciò punendo l'esercizio di diritti garantiti dalla  nostra Costituzione; impegna il Sindaco e la Giunta ad un intervento nei confronti del Governo e dei Parlamentari triestini per evidenziare   una situazione assurda che potrebbe avere effetti estremamente negativi per il sistema associativo e del volontariato di tutto il Paese, ed etichettare, come potenziali corruttori, moltissimi cittadini italiani che prestano la propria opera per il bene comune, e per chiedere quindi un intervento per una ragionevole modifica della normativa.