Ristrutturata l'Ex Caserma “Beleno”: sarà destinata a nuovo Archivio Generale del Comune

Sono misurabili in circa 10 chilometri lineari gli scaffali necessari per contenere le decine di migliaia di documenti di ogni tipo raccolti, dal 1700 ai giorni nostri, dall' Archivio Generale del Comune di Trieste, dei quali un primo consistente gruppo – “contenibile” in circa 2,4 chilometri – troverà a breve una nuova dimora nell'edificio, per un'ampia parte completamente ristrutturato e rinnovato, dell'ex Caserma “Beleno” di via Revoltella (attiguo alla nuova Caserma “San Sebastiano” della Polizia Locale e già storica sede della P.S. e ancor prima della Polizia Civile del Governo Militare Alleato nel secondo dopoguerra) non appena vi giungeranno e saranno installate le nuove scaffalature e gli armadi compattabili appena acquistati al fine di sfruttare appieno gli spazi disponibili.

Spazi peraltro piuttosto ampi e funzionali, come sono apparsi oggi nel sopralluogo effettuato in occasione della conclusione del 2° lotto di lavori per la realizzazione di questa  nuova sede dell'Archivio Generale comunale, al termine dei quali la struttura risulta completamente rivisitata e adeguata a tutti i vigenti criteri antisismici, energetici e impiantistici.

Nel corso del sopralluogo, gli Assessori comunali ai Lavori Pubblici Elisa Lodi e al Patrimonio e Demanio Lorenzo Giorgi, che erano affiancati dalla dirigente del Servizio Edilizia scolastica e sportiva e Programmi complessi del Comune Marina Cassin, dall'architetto Sergio Russignan dell'Area Lavori Pubblici, dalla funzionaria responsabile dei servizi comunali di Archivio e Protocollo Barbara Bigi e dall'architetto Eugenio Meli professionista incaricato della sicurezza, hanno spiegato come tutti gli impianti installati abbiano caratteristiche di elevato risparmio energetico al fine di rendere i costi della futura gestione ordinaria ridotti al minimo. A tal fine – è stato specificato - è già attivo da alcuni mesi sulla copertura dell'edificio un impianto di produzione elettrica a pannelli solari per una potenza di circa 45 KW su una superficie di 250 mq, con una produzione stimata annua di circa 45000 KW e la possibilità di convogliare la corrente prodotta e non consumata nella cabina a servizio dell'intero comprensorio, alimentando così anche la caserma della Polizia Locale.

Innovativi – come ha rimarcato l'architetto Russignan – anche gli impianti antincendio, ovviamente particolarmente importanti in un grande deposito cartaceo come l'Archivio, i quali spruzzeranno in caso d'emergenza dei sali di potassio, peraltro non dannosi né per l'uomo né per la conservazione della carta.

Il tutto – ha precisato l'Assessore Elisa Lodi – per una spesa di ben 2 milioni e 840 mila Euro, dei quali 2 milioni provenienti da fondi dello Stato attinti dai finanziamenti del “Piano Città” e 840.000 da fondi del Comune. “Va inoltre ricordato – ha detto ancora la Lodi – che con i risparmi ottenuti dal ribasso d'asta del primo lotto il Comune ha previsto, ed è già in fase di avanzata progettazione, un ulteriore lotto conclusivo per la sistemazione delle aree esterne, nonché per la realizzazione della scala di sicurezza e ulteriori utili finiture al primo piano.”

Nel suo complesso, a opera conclusa, il nuovo Archivio Comunale si articolerà su quattro livelli: il piano terreno, i due piani superiori e una comoda “mansarda” dove potranno venir ospitati gli uffici e sale di studio del servizio.

“L'impegno per quest'opera, anche come spesa, è stato senz'altro rilevante – ha osservato in proposito l'Assessore Lodi – ma ci consentirà di riportare in vita un angolo di città sicuramente significativo, anche per la sua non trascurabile dimensione, ma che era finora del tutto degradato e che potrà invece non solo venir pienamente riusato ma anche diventare, in prospettiva, il primo tassello di un “polo” archivistico-bibliotecario, culturale e di studi ben più ampio e attraente. Un “centro” di depositi culturali, più particolarmente dedicato alla ricerca, mentre la sede attuale e più centrale di via Punta del Forno resterà maggiormente rivolta al “traffico corrente” e alla gestione quotidiana degli atti. E ciò, in una linea dell'attuale Amministrazione – ha concluso - che punta decisamente a riutilizzare il più possibile e a “riscoprire” quei “pezzi” di patrimonio pubblico trascurati e spesso poco conosciuti – come appunto la ex Caserma “Beleno” - che potrebbero invece venir proficuamente recuperati.”

Negli stessi termini, l'Assessore al Patrimonio Lorenzo Giorgi si è dichiarato un convinto sostenitore dell'importanza, “soprattutto in una città 'storica' e architettonicamente interessante come Trieste, del recupero e riutilizzo, il più vasto possibile, dei diversi spazi ed edifici abbandonati o trascurati. Un'operazione questa da ritenere ben più significativa e interessante che non quella di produrre nuove volumetrie indirizzandosi verso costruzioni del tutto nuove.”