“Le stagioni delle armi. Trieste e il suo castello”: a San Giusto nuovo percorso espositivo riqualificato

Un nuovo allestimento, anche con una nuova ”tinta base” di un elegante e luminoso color ottanio (a metà strada tra il blu e il verde, simile alla coda di pavone, ma anche – come è stato spiegato oggi – ai momenti più “pieni” e forti del mare triestino) a contrassegnare gli sfondi e le basi d'appoggio dei reperti, a loro volta tutti ripuliti e restaurati non solo nelle parti metalliche ma anche in quelle lignee, curate queste ultime da una falegnameria specializzata; e poi nuovi e più essenziali e incisivi testi illustrativi, tradotti anche in inglese e affiancati, per i non vedenti, da apposite “mappe tattili”; e, ancora, un nuovo percorso espositivo, con un senso di percorrenza diverso dal precedente e la “partenza”, inedita e mai utilizzata in precedenza per l'itinerario museale, dal Bastione Rotondo, per iniziare la visita da una nuova sala “introduttiva” che racconta la storia del Castello e dello sviluppo della città, anche per meglio andare incontro alle esigenze di un più semplice e lineare apprendimento a favore di di scolaresche e gruppi numerosi di visitatori.

Tutto questo è stato realizzato dal Comune di Trieste per rendere ancora più attrattivo e più facilmente fruibile quel Castello di San Giusto, sito storico fondamentale e di centrale importanza e visibilità della Città, che già negli ultimi tempi ha fatto registrare un numero di visitatori fortemente crescente ma che si prepara ora, con questa riuscita “rivisitazione”, ad attrarne ancora di altri, in linea con le aspettative e i progetti di ulteriore valorizzazione disegnati dall'Amministrazione.

Risultati e intenti di sviluppo che sono stati manifestati oggi in occasione della pubblica presentazione del grande lavoro fin qui svolto, con un evento inaugurale al San Giusto intitolato “Le stagioni delle armi. Trieste e il suo Castello”, al quale sono intervenuti l'Assessore comunale alla Cultura, la direttrice del Servizio Musei e Biblioteche Laura Carlini Fanfogna, il responsabile dei Civici Musei Storici e Artistici Stefano Bianchi, le curatrici e i collaboratori che si sono impegnati in tutti i settori e per i diversi aspetti della nuova esposizione.

Il progetto di rivisitazione – è stato sottolineato – ha interessato tutti gli spazi del Castello di San Giusto (il Museo storico e l'Armeria, il Lapidario Tergestino con le sue vestigia soprattutto romane, aree esterne come l'Atrio e il Cortile delle Milizie) e intende valorizzare sia l’edificio che le collezioni contenute attraverso un percorso espositivo e di allestimento che si pone come innovativo, rispettando nel contempo l’esposizione originaria ormai storicizzata (risalente agli anni ’30 e poi ai ’60-’80 del ’900) che si riveste così di nuovi significati.

Si è voluto – come detto - rinnovare completamente i supporti alla visita, anche per dare conto dello stato attuale degli studi sul Castello e approfondire la conoscenza della ricca collezione oplologica (ovvero di armi bianche e da fuoco), fornendo al visitatore uno strumento nuovo e completo per la comprensione del complesso e affascinante mondo delle armi nella loro evoluzione storica, dal Medioevo al XIX secolo.

Il tutto – ha osservato la direttrice Laura Carlini - con una nuova stesura dell'apparato testuale più snella e agevole da leggere, sia dagli italiani che dagli stranieri, e nuovi pannelli didascalici connotati da una grafica moderna e coordinata e dal bel “colore guida”, l’ottanio, che ritorna anche nelle strutture espositive, nonché corredati da immagini storiche di Trieste e del Castello, per la maggior parte inedite, frutto di una ricerca iconografica nelle ricche collezioni della Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte.

Un ampio e attento lavoro, dai risultati davvero piacevolissimi, che – ha rimarcato l'Assessore comunale alla Cultura – punta a far guadagnare a San Giusto risultati ancor più alti dei già rilevantissimi conseguiti nel 2017, col “passaggio” dai 55.000 a oltre 110.000 visitatori, frutto anche di un forte e convinto impegno organizzativo “strutturale”, per cui si è voluto riportare in Castello anche numerosi spettacoli di qualità, musicali e teatrali.

Ma non finisce qui – ha aggiunto l'Assessore – poiché ancora a San Giusto intendiamo proseguire l'opera aprendo, fra qualche mese, anche una sala multimediale e, in prospettiva, riqualificare la ex falegnameria per tenervi corsi d'arte – di scultura, pittura, artigianato – in particolare rivolti ai giovani.

E' toccato ancora alla direttrice Laura Carlini Fanfogna rivolgere infine un sentito e non rituale ringraziamento al responsabile dei Civici Musei Storici e Artistici Stefano Bianchi che ha coordinato tutti gli interventi, alle curatrici delle due “parti” in cui l'opera è stata suddivisa, Michela Messina con Anna Krekic per il Museo del Castello e l'Armeria, Marzia Vidulli Torlo per il Lapidario Tergestino, e ancora Massimiliano Schiozzi di “Comunicarte” per lo stile  dell’allestimento e l'”immagine coordinata”, la Falegnameria Burelli per la realizzazione dell’allestimento e i restauri in legno, Susanna Moser per le traduzioni e altri collaboratori ancora (vedi “colophon”, in calce alle “schede” illustrative).

E' seguito l'atteso momento della partenza del “giro” nel castello di San Giusto , sul nuovo itinerario con ingresso dal  Bastione Rotondo, introdotto da Stefano Bianchi e poi, nella Sala iniziale dedicata alla Città di Trieste e alla sua Storia, con un'illustrazione dei contenuti e delle scelte museali adottate, da parte di Michela Messina e Anna Krekic, di fronte anche a un già numeroso e attento gruppo di turisti che si era nel frattempo formato.

Il Castello di San Giusto è aperto tutti i giorni, dalle ore 10 alle 19, con biglietto d'ingresso di 3 Euro (ridotti 2 Euro). Informazioni sul sito www.castellodisangiustotrieste.it (tel. 040-30.93.62).

Schede illustrative

Il Castello di San Giusto

Posto sulla sommità del colle che domina Trieste e il suo golfo, il Castello di San Giusto, con la sua possente mole, è uno dei simboli della città. L’altura su cui è costruito, per la sua posizione strategica, è stata sin dall’antichità sede dei più importanti edifici pubblici. Centro amministrativo e religioso della Tergeste romana, il colle ospitò in epoca tardo-antica una basilica paleocristiana, sostituita da due chiese tra XI e XII secolo poi fuse assieme nell’attuale grande Cattedrale di San Giusto nel ’300. Nell’area dove oggi sorge il Castello, si trovava il palazzo vescovile del XII secolo e, successivamente, fu eretto dai veneziani un primo castello nel 1369. L’attuale fortezza triangolare con tre bastioni è il frutto di più fasi costruttive avvenute tra il 1468 e il 1636 e svolgeva funzioni di difesa nonché di abitazione del Capitano cesareo, rappresentante degli Asburgo a Trieste. Dalla metà del ’700 fu convertito in caserma e prigione, per essere infine adibito a deposito.

Negli anni ’30 del ’900, divenuto di proprietà comunale, fu trasformato in museo e centro di attività turistico-culturali e di svago.

Per la sua lunga e stratificata storia, che lo ha visto al centro delle principali vicende storiche della città, dall’antichità ad oggi, il Castello di San Giusto è il luogo ideale per raccontare la complessa storia di Trieste e del suo territorio, grazie alla magnifica posizione dominante la città, il golfo e l’intero territorio, che consente di ragionare anche su aspetti urbanistici.

Le collezioni esposte nel museo, pur non essendo sin dall’origine legate alla struttura, permettono di percorrere tali vicende da un punto di vista non scontato. Da un lato le pregevoli pietre esposte nel Lapidario Tergestino consentono un’immersione nella Tergeste romana, di cui, grazie ai recenti studi, sono oggi noti l’aspetto e la conformazione. Dall’altro, il museo d’ambiente e l’Armeria, frutto di un interessante progetto museografico degli anni ’30 del ’900, parzialmente rinnovato negli anni ’60-’80 del ’900, stimolano un dialogo tra allestimento storico e allestimento contemporaneo, offrendo spunti, attraverso la lettura delle varie fasi costruttive del Castello, per ripercorrere la storia della struttura e della città.

Il progetto espositivo

Il progetto interessa tutti gli spazi del Castello (Museo e Armeria, Lapidario Tergestino, aree esterne come atrio e Cortile delle Milizie) e intende valorizzare l’edificio e le collezioni attraverso un nuovo percorso espositivo e di allestimento che si ponga come innovativo senza tuttavia entrare in conflitto con l’allestimento storico, il quale, a sua volta “oggetto da museo”, va conservato e raccontato.

Per questo, il nuovo allestimento, riconoscibile tramite la nuova grafica e un “colore-guida”, dialoga con l’allestimento storico formando con esso un insieme coerente.

È un dialogo pensato in una duplice direzione: il nuovo percorso espositivo, infatti, avrà senso di percorrenza contrario rispetto a quello storico. Il percorso parte dal Bastione Rotondo, con un accesso inedito nel cuore storico del Castello, la Casa del Capitano tardo-quattrocentesca, permettendo di cominciare la visita da una nuova sala introduttiva che racconta la storia del Castello e dello sviluppo urbanistico di Trieste attraverso opere d’arte, fotografie storiche e un plastico di inizio ’900 raffigurante la città prima dell’espansione sette-ottocentesca. La vicinanza col Bastione Rotondo e il suo splendido affaccio sulla città consente di “verificare” subito dal vivo quanto raccontato in questa sala, incontrando le esigenze di scolaresche e gruppi.

Questo accesso, mai utilizzato in precedenza per il percorso museale, rientra in una delle principali linee guida del progetto, cioè stimolare nuove riflessioni attraverso nuovi percorsi, un modo per vedere e rivedere il Castello (e, simbolicamente, la storia) da nuove angolazioni e punti di vista.

Il percorso prosegue negli ambienti quattrocenteschi per continuare lungo i camminamenti di ronda al coperto. Qui, nel cuore dell’Armeria, la ricca collezione di armi dal XII al XIX secolo è valorizzata con un nuovo apparato didascalico che spiega usi e tipologie degli armamenti nelle diverse epoche e in base ai diversi modi di fare la guerra, nell’intento di rendere vive le armi esposte, materiali che spesso per molti visitatori risultano interessanti ma di difficile comprensione.

Da qui il percorso prosegue scendendo al piano inferiore per visitare la Sala Caprin, sala principale del museo d’ambiente voluto degli anni ’30. La sala, ricavata dai due piani originari, rappresenta, assieme allo scalone attiguo, l’intervento più massiccio operato nel secolo scorso nel Castello, pensato per ricreare la sfarzosa Sala Veneta di Giuseppe Caprin. Gli arredi rinascimentali sono anche un modo per approfondire la conoscenza del grande storico, giornalista, editore e patriota che condusse importanti studi sulla storia della città e che con i suoi scritti ci offre un significativo punto di osservazione della stessa.

Si prosegue scendendo lo scalone elicoidale con le armi in asta e raggiungendo la Cappella, ambiente tardo-quattrocentesco dalla graziosa volta a crociera.

Nel Cortile delle Milizie si racconta la storia di questo grande spazio esterno, che consente di leggere tutte le fasi di costruzione del Castello, oltre che di ripercorrere una delle pagine più interessanti della vita sociale triestina tra gli anni ’30 e ’80 del ’900, cioè l’utilizzo del Castello di San Giusto come spazio per il divertimento e lo svago, con le grandi rappresentazioni teatrali, l’operetta, il cinema.

Sia nel cortile che nell’atrio e nel vestibolo, dove si apre e si chiude il percorso, sono valorizzati sia i materiali esposti, soprattutto lapidei, sia gli elementi, anche architettonici, che permettono di ragionare sulla storia non solo del Castello ma di tutta la città.

La peculiarità di questo percorso è quella di poter essere fruito in molti modi. L’accesso dal bastione e il percorso che ne consegue è un “suggerimento”, ma il visitatore può iniziare la visita anche in altri punti, ad esempio dall’ingresso storico. La possibilità di personalizzare il percorso è centrale perché i molteplici punti di vista sul luogo e sulle storie che raccontano sono lo specchio della complessità e ricchezza delle vicende di questa città.

Dal Cortile delle Milizie si può accedere al Lapidario Tergestino, dove il visitatore può addentrarsi nella storia della Tergeste romana attraverso i preziosi reperti esposti e un apparato didascalico rinnovato sotto il profilo testuale e iconografico.

 

“Le stagioni delle armi. Trieste e il suo Castello” - COLOPHON

Il Sindaco di Trieste

L’Assessore alla Cultura del Comune di Trieste

Direttore dell’Area Scuola, Educazione, Cultura e Sport, Fabio Lorenzut

Direttrice del Servizio Musei e Biblioteche, Laura Carlini Fanfogna

Responsabile di P.O. Musei Storici e Artistici, Stefano Bianchi

A cura di Michela Messina, Anna Krekic

Lapidario Tergestino a cura di Marzia Vidulli Torlo

Design dell’allestimento e immagine coordinata, Massimiliano Schiozzi, Comunicarte

Coordinamento amministrativo, Alessia Neri con Cristina Sirugo e Eleonora Venier

Fotografie, Marino Ierman

Realizzazione dell’allestimento, Falegnameria Burelli

Traduzioni, Susanna Moser

Hanno collaborato: Claudia Colecchia e il personale della Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte: Gabriella Gelovizza, Cristina Klarer, Rossella Mizzan, Alessandra Relli, Sabina Sluga;

Mary Bologna, Antonella Cosenzi, Tiziana Giannotti, Olga Ivanovic, Claudia Marchesi, Paola Predominato, Lorenza Resciniti, Fulvio Rubieri (Associazione di Volontariato Cittaviva), Daria Tommasi.

Un ringraziamento particolare a Bruno Masset