Debora Serracchiani "molla" Renzi: «Sono e resto nel posto giusto, il PD»

«Rendere conto delle proprie scelte a iscritti ed elettori, farsi carico della responsabilità della rappresentanza, rispondere alle domande in un momento in cui l'Italia e il Pd stanno attraversando un guado difficile: vi scrivo perché sento che questi sono miei doveri». Lo sottolinea Debora Serracchiani. «Vi scrivo - riferisce Serracchiani -  perché ?? ?? ?̀ ?? ??? ???? e voglio che resti ampia e accogliente. L'aggressione quasi fisica della Lega alle istituzioni repubblicane è stata fermata con un atto di straordinaria volontà politica del Pd: abbiamo colto tutti assieme l'emergenza democratica e abbiamo fatto argine. È il risultato di tutto il partito, un partito unito. Per questo risultato, per la fiducia al Governo Conte, ho lavorato anch'io. Con i miei dubbi e con le mie convinzioni. Ma consapevole che con i dubbi non si costruisce nulla, e senza coraggio non si vincono battaglie». «Come - ancora - dieci anni fa, sono ancora convinta che il Pd sia un ???????? ???????????? ??? ?'??????: l'unico luogo politico dove abitano stabilmente le culture democratiche, tolleranti e riformiste. Non possiamo permetterci di rinunciare a nessuna componente di questo partito, non dobbiamo accettare la semplificazione né l'appiattimento. Bisogna che tutti comprendiamo, di fronte all'annuncio dell'ex segretario Renzi, che se lui sbaglia come anni fa ha sbagliato Bersani, fare una casa più piccola non significa aver messo ordine, ma solo esser divenuti più poveri. È vero, il nostro partito è attraversato da tentazioni di egemonia correntizia, ma questo è un male che non si cura con l'amputazione. I difetti e i limiti del Pd sono la sfida interna da vincere per avere la credibilità di parlare fuori, al Paese e alle nostre comunità locali e regionali». «Non ho contribuito - riferisce - a far nascere il Pd pensando di aver costruito un tram da cui scendere quando non avessi trovato posto a sedere, ma solo in piedi e magari in fondo. Certo, neanche per essere messa nell'angolino buio se non sono nel corpaccione della maggioranza congressuale. Ma alla fine sono qui perché penso che l'Italia sia una grande Nazione con grandissime opportunità da cogliere, che si può fare tanto, che non va buttato tutto quello che abbiamo fatto in buona fede e con fatica. Sono convinta che la nostra cultura, civile e politica, sia una garanzia per il Paese. Ma ora c'è un pericolo, e io non voglio certo perdere tempo a fare la conta di quanti posti toccheranno al partito di Renzi nelle nomine delle partecipate. Io voglio aggregare il più possibile per avere un partito forte da schierare contro Salvini». «Quindi - conclude - , se qualcuno avesse dubbi, non solo resto nel Pd, con la mia storia e le mie idee, ma lo faccio con la serena coscienza di essere, se non migliore dei mondi, nel posto giusto».

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