“No province, sì al dialogo e al buon senso”: Debora Serracchiani a Trieste Cafe in Barcolana (VIDEO)
Diretta speciale di Trieste Cafe dalla terrazza FotoMauro per il sabato della Barcolana, con una delle protagoniste della scena politica nazionale: Debora Serracchiani, deputata del Partito Democratico ed ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Un appuntamento ormai tradizionale per la parlamentare, che ogni anno torna in terrazza per commentare i temi più caldi dell’attualità tra un sorriso e una riflessione seria.
Pace e politica estera: “Serve una tregua vera, non solo parole”
Serracchiani ha aperto l’intervista affrontando la delicata questione internazionale tra Israele e Palestina: “Il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e l’arrivo degli aiuti umanitari sono un passo avanti importante, ma siamo ancora nella fase della tregua. Serve equilibrio, non estremismi da nessuna parte. Speriamo che questa volta diventi davvero pace”.
Ha poi criticato l’atteggiamento dell’Europa, “un po’ assente”, riconoscendo invece il ruolo decisivo degli Stati Uniti: “Hanno tardato, ma alla fine hanno imposto uno stop necessario. Migliaia di morti dopo, ma almeno ora si è aperto uno spiraglio”.
Udine e la partita Italia-Israele: “Non l’avrei fatta giocare lì”
Interpellata sull’amichevole Italia–Israele programmata a Udine, Serracchiani ha espresso perplessità: “Udine ha già ospitato eventi delicati e oggi è una città sotto pressione. Con l’accordo appena siglato si è calmato il clima, ma prima sarebbe stato rischioso. Lo sport deve restare libero, fuori dalle tensioni politiche”.
Un passaggio chiaro anche sulla polemica delle proteste e dei cortei durante la Barcolana: “Capisco i temi, ma in un momento di festa la città ha diritto anche a respirare. È il momento dell’inclusione e non dello scontro”.
Finanziaria e sanità: “Tagli preoccupanti, le promesse restano al palo”
Serracchiani ha poi spostato l’attenzione sulla manovra finanziaria, criticando i tagli previsti alla sanità pubblica e la mancata attenzione a pensioni e salari: “Si parla di un milione di nuovi posti di lavoro, ma i numeri veri riguardano persone sopra i cinquant’anni, costrette a restare in servizio per mancanza di flessibilità. È una contraddizione evidente”.
Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha evidenziato squilibri territoriali: “Gli asili nido dovevano essere un obiettivo comune. Invece, per raggiungere il 33% di copertura, si tolgono posti al Sud per darli al Nord. Così si cristallizzano le disuguaglianze invece di ridurle”.
Campo largo e politica italiana: “Coalizione di centrosinistra, ma con un obiettivo comune”
Sul tema del cosiddetto “campo largo”, Serracchiani ha risposto con realismo: “Non è facile far convivere sensibilità diverse, ma non è più difficile che mettere insieme Meloni e Tajani. Si tratta di costruire una coalizione ampia, coesa su un progetto di Paese alternativo alla destra. L’esperienza oggi è diversa: c’è più maturità politica rispetto al passato”.
Province e legge elettorale: “Poltrone inutili e riforme antidemocratiche”
Durissimo il giudizio sulla reintroduzione delle province: “In una regione da un milione e duecentomila abitanti non servono quattro province. Servono solo a dare una poltrona a chi non è stato eletto. Non c’è chiarezza su funzioni, risorse e personale. Si rischia solo di complicare la vita ai cittadini”.
Sulla riforma elettorale proposta in Friuli Venezia Giulia, Serracchiani non ha usato mezzi termini: “Togliere il ballottaggio è un errore grave. È uno strumento democratico che garantisce forza e legittimità a chi governa. Dire che basta il 40% per decidere tutto è un messaggio sbagliato, allontana i cittadini dalla partecipazione”.
“Le leggi non si fanno per vincere, ma per governare meglio”
Chiudendo la diretta, la parlamentare ha ammonito contro il rischio di usare la legge elettorale come strumento di convenienza: “Tutti quelli che l’hanno fatto se ne sono pentiti. Le regole del gioco devono essere democratiche, non utilitaristiche”.
Serracchiani ha salutato infine con un sorriso il pubblico che si affollava sotto la terrazza: “C’è la fila per entrare! Trieste è viva, e questa è la cosa più bella”.
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