Ziberna su raddoppio centrale di Krsko: «Governo italiano intervenga, preoccupante»

“Non ritengo possibile che, nel 2020, si progetti il raddoppio di una centrale nucleare già problematica e ospitata su un terreno sismico senza che venga fornita alcuna garanzia sulla sicurezza dell’impianto”.
 
La notizia della realizzazione di un secondo reattore nella centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, in collaborazione con la Croazia, ha destato forte preoccupazione nel sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, visto che la città si trova a neppure 150 chilometri dal sito e, già in passato, ha vissuto la paura per alcuni incidenti che hanno caratterizzato l’attività della struttura.
 
“Nei prossimi giorni partirà una lettera al presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte e al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in cui chiederò un immediato intervento nei confronti del governo sloveno affinché vengano forniti chiarimenti sulle insistenti voci di un raddoppio della centrale di Krsko da realizzarsi insieme alla Croazia – attacca Ziberna-. Qui stiamo parlando di un impianto che, in caso di guasto o di terremoto, visto che si trova su una zona sismica, potrebbe provocare gravissimi danni per centinaia di chilometri, con ripercussioni inimmaginabili e irreparabili sulle persone e sull’ambiente. Non credo sia necessario ricordare Chernobyl per far comprendere quanto questo progetto potrebbe essere devastante”.
 
La notizia del possibile raddoppio della struttura è uscita su un quotidiano locale “Il Piccolo” un paio di giorni fa. Riportava le dichiarazioni  del ministro dell'Energia della Croazia, Tomislav Coric, riguardanti la disponibilità di Zagabria a cooperare con Lubiana nella costruzione del secondo reattore (Nek2) anche con investimenti finanziari.
 
“Ritengo che l’aspetto cruciale, quello della sicurezza e delle ripercussioni ambientali debba assolutamente diventare prioritario e la stessa Unione europea dovrebbe essere coinvolta, considerando che la questione rientra nell'ambito della straordinaria sfida energetica e ambientale da affrontare per il futuro.   E lo stesso dicasi per il governo italiano:  è necessario che faccia sentire la propria voce chiedendo chiarimenti, mettendo in campo i nostri esperti ed evidenziando tutte le criticità di un progetto  le cui conseguenze ricadrebbero in primis sul Friuli Venezia Giulia. Negli anni sono accaduti diversi incidenti che hanno preoccupato anche la comunità internazionale e, come è noto c:è anche il problema sismico visto che a pochi chilometri dalla centrale si sono registrate diverse scosse di terremoto nel ultimi anni. Insomma - conclude il sindaco -, non possiamo stare tranquillamente a guardare mentre si stanno mettendo i ferri in acqua per la realizzazione del secondo reattore ".