Le 11 Comunità religiose di Trieste unite in un unico coro: «Non al corteo di Casapound»
"Esortiamo i cittadini a mandare un messaggio chiaro, affinche' la nostra citta', nel giorno della festa laica e religiosa di Trieste, sia risparmiata da manifestazioni di ideologie che richiamano a un passato tragico". Si conclude cosi' la lettera aperta alla cittadinanza e alle istituzioni di Trieste, scritta e firmata dalle 11 comunita' religiose di Trieste, presentata stamane nella biblioteca della Comunita' ebraica. Una presa di posizione totale, espressione unitaria degli esponenti e delle comunita' cristiane cattoliche, ortodosse e riformate, ebraica, islamica e buddista di Trieste, a favore della pace, dialogo, tolleranza e solidarieta' umana, e contro la violenza anche verbale. La causa scatenante della presa di posizione e' l'annunciato raduno nazionale di Casa Pound, il 3 novembre prossimo a Trieste, in occasione della festa del patrono San Giusto, e il giorno prima della visita nel capoluogo regionale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Volutamente non abbiamo nominato questa manifestazione- spiega il rabbino capo di Trieste, Alexandre Meloni- perche' prima di tutto questa manifestazione ha dato solo spunto a una riflessione tra noi, che non e' mirata unicamente a questo evento. L'altro punto e' che ogni contromanifestazione, ogni riferimento, e' fare pubblicita' e far risaltare ancora di piu' questa manifestazione. La mia opinione sarebbe di fare una citta' deserta, piu' che una contromanifestazione: dove passano loro, non c'e' Trieste". Contrario alla contromanifestazione anche il presidente della Comunita' evangelica metodista, Raul Matta: "Simili manifestazioni possono essere causa di violenza, e poi finiscono per aumentare la visibilita' di queste persone. Quindi abbiamo pensato che e' il caso di lasciar stare. Ignorare completamente la loro presenza, ricordando che non ci assoceremo mai alle loro ideologie". Le comunita' cattolica e greco-ortodossa sottolineano invece la festa del patrono di Trieste, comune martire cristiano, come momento di preghiera e riflessione per la pace e la solidarieta'. "Sarebbe stato importante rispettare questo giorno- aggiunge monsignor Ettore Malnati, in rappresentanza del Vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi-, giorno di festa per tutti coloro che sentono l'identita' di Trieste. E non rispettare questo giorno e' violentare il senso civico e religioso. Questo e' quello che mi rammarica nei confronti delle istituzioni, che rispetto". Nella lettera si esprime inoltre preoccupazione per "l'acuirsi di manifestazioni di razzismo e di intolleranza in tutta Europa" e a Trieste, e per "una forma di assuefazione a richiami" di "odio razziale e di discriminazione del diverso per lingua, etnia, handicap e religione". In particolare si sottolinea il pericolo che "le giovani generazioni vengano 'avvelenate' dal diffondersi di ideologie contrarie al rispetto della dignita' umana" e che portano nella societa' "orrore e odio". La riunione dei rappresentanti delle comunita' religiose triestine si e' conclusa con un minuto di silenzio per ricordare lo sgombero nazifascista del ghetto ebraico di Roma, il 16 ottobre dei 1943.
(Mil/ AGENZIA Dire)