Cabinovia, la voce di chi è a favore: "Basta con i soliti no, Trieste merita di crescere"

Cabinovia, la voce di chi è a favore: "Basta con i soliti no, Trieste merita di crescere"

Continua a far discutere a Trieste il progetto della cabinovia. Se da settimane il dibattito è stato monopolizzato dalle proteste del Comitato No Ovovia e dalle continue manifestazioni sotto il Municipio, c'è anche chi, tra i cittadini, ha deciso di alzare la voce a sostegno dell’opera. Una segnalazione arrivata in redazione riassume lo stato d'animo di chi è stanco di sentire sempre e solo un'unica campana.

«Basta, non se ne può più di queste 300-400 persone contrarie all'ovovia — scrive il nostro lettore — parlano a nome della città e non è vero. Si vantano di un 73% di triestini contrari, ma quel sondaggio ha riguardato appena 800 persone contattate su linea telefonica fissa... non può essere rappresentativo di tutta Trieste».

Venerdì è in programma l’ennesima protesta sotto il Comune, ma anche qui il cittadino sottolinea: «Assisteremo a 300 (forse) residenti che, in nome di una democrazia tutta loro, pretendono di bloccare un progetto per il futuro della città. E parliamo di persone che per anni hanno deturpato una collina e ora rivendicano chissà quali diritti».

Secondo il lettore, guardando alle esperienze di altre città italiane ed europee, la cabinovia potrebbe invece rappresentare una risorsa per il territorio: «Nelle città dove esistono già le cabinovie la gente le usa, eccome. Sono efficienti, pratiche e apprezzate da residenti e turisti. A Trieste sarebbe una cosa unica: poter vedere la città dall’alto, in modo suggestivo, sarebbe un valore aggiunto sia per i triestini che per i visitatori».

Infine, un auspicio chiaro: «Spero che il progetto vada avanti e che Trieste, una volta per tutte, superi questo eterno "non se pol". Viva Trieste!».

Una testimonianza che si aggiunge al dibattito sempre acceso sul tema e che conferma come l'ovovia continui a dividere l’opinione pubblica. Da un lato i contrari, molto attivi e ben organizzati in piazza; dall’altro chi, pur spesso più silenzioso, vede in quest'opera un’occasione di sviluppo e modernizzazione per la città.