Tagliamento, Pellegrino: "No a opere invasive, il fiume va salvaguardato nella sua interezza"
"Canali e rivoli caratterizzano
l'intero percorso del fiume Tagliamento, le cui opere troppo
invasive rischiano di violare e violentare la bellezza e la
natura di un corso d'acqua studiato e attenzionato fin
dall'antichità per la sua particolare morfologia e considerato un
patrimonio per tutti".
Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino, di
Alleanza Verdi e Sinistra, a margine del seminario svoltosi a
Ragogna dal titolo "Tagliamento, canali intrecciati tra storia e
scienza", organizzato dal comitato Pro Tagliamento in Unesco aps.
"Distruggere un territorio per salvarne un altro non è la
soluzione, soprattutto quando si utilizzano i temi dell'ambiente
e della sicurezza dei cittadini per promuovere infrastrutture che
appaiono sempre più utili a chi fa utili. Dobbiamo ricordarci
sempre - incalza la consigliera, che è anche vicepresidente della
IV Commissione - che se le leggi dell'uomo sono derogabili, non
possiamo dire altrettanto per quelle di madre terra, le cui
sanzioni non sono né amministrative né penali".
"Il prezzo che paghiamo tutti, senza distinzione di ceto sociale,
rischia di essere incalcolabile e devastante. Il Tagliamento non
può essere più considerato un bene disponibile per ogni esigenza
economica. È sempre più necessario avere una visione olistica
verso un fiume dalle caratteristiche multiformi, variegate e in
alcuni tratti assolutamente uniche, piuttosto che valutarlo a
pezzi. In altre parole c'è la necessità di salvaguardare la
naturalizzazione tutta del fiume", aggiunge Pellegrino.
"Durante la serata - prosegue l'esponente rosso-verde - c'è stata
la ricca e profonda narrazione proposta dal professor Angelo
Floramo che ha citato l'antico nome proto indo-europeo del
Tagliamento, ovvero Talimù, la cui traduzione è Grande Fratello,
così come l'attenta descrizione della ricercatrice all'Istituto
nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste,
Chiara Scaini, che ha raccontato come troppi fiumi siano stati
deviati e trasformati in canali perdendo tutta la loro
naturalità, venendo totalmente irregimentati tanto da essere
definiti 'zombizzati'. I corsi d'acqua sono un sistema
ecodinamico di regolazione e non possono essere e privati della
loro identità, che è parte della nostra stessa esistenza".
"Piegare le leggi che regolano le acque di un fiume non è solo
far perdere alle comunità rivierasche il proprio legame di
appartenenza culturale e identitario, che si traduce in storia e
convivenza, ma imbrigliare l'alveo porta inevitabilmente
all'aumento della velocità dell'acqua che obbligherà ad alzare
gli argini aumentando la fame di terreni da edificare. Sappiamo
che i terreni adiacenti la foce del Tagliamento - conclude
Pellegrino - sono preziosi e non vorremmo che due motivi
sostanziali dal punto di vista economico, ovvero il valore degli
immobili di Lignano e la strada Cimpello Sequals Gemona,
diventino prioritari sugli inevitabili impatti ambientali che
graveranno su tutta l'asta del fiume alpino".