Ovovia, il Comitato accusa: “Deriva autoritaria, Sindaco mette le mani nelle tasche dei cittadini”
La posizione del Comitato No Ovovia si fa ancora più dura. Dopo la recente delibera che destina risorse del bilancio comunale alla prosecuzione del progetto, il Comitato parla apertamente di “deriva autoritaria” e accusa il Sindaco Dipiazza di aver “smarrito la bussola del buonsenso”.
Secondo quanto dichiarato, l’Amministrazione starebbe utilizzando fondi comunali per finanziare un’opera definita dal Comitato “inutile, importante, insostenibile, insicura e illegittima”. Una scelta che, per i contrari all’opera, arriva dopo l’impossibilità di impiegare i finanziamenti promessi dal Ministero delle Infrastrutture, disponibili solo a partire dal 2027.
“Risorse sottratte alla città per inseguire un progetto fallito”
Il Comitato contesta duramente l’utilizzo di risorse interne al Comune, che verrebbero così sottratte a settori considerati essenziali: verde pubblico, manutenzioni, servizi e infrastrutture di cui Trieste avrebbe urgente necessità. Una scelta vista come un colpo diretto ai cittadini, chiamati di fatto a sostenere i costi di un’opera che – nelle parole del Comitato – “non risponde a nessun bisogno reale”.
Starc: “Cinque anni, sette sentenze del TAR e nessun consenso”
L’architetto William Starc, portavoce del Comitato No Ovovia, ricorda i numerosi stop giudiziari: “Dopo cinque anni dall’inizio dell’iter e sette sentenze del TAR che hanno annullato passaggi fondamentali, è paradossale che si continui su una strada che non porta da nessuna parte”.
Starc sottolinea anche l’aspetto politico: il fatto che il Sindaco abbia avocato a sé la competenza sul progetto è, per il Comitato, il segnale di una spaccatura evidente all’interno della Giunta. L’ex delega agli assessori, un tempo centrali nel dossier, sarebbe stata rimossa insieme a risorse economiche precedentemente destinate alle loro opere di competenza.
“Mai vista un’Amministrazione lavorare contro la volontà della maggioranza”
Il Comitato denuncia una distanza sempre più ampia tra amministrazione e cittadinanza. Secondo i No Ovovia, sondaggi e mobilitazioni avrebbero più volte espresso un dissenso ampio e consolidato tra i triestini: “Un’Amministrazione comunale dovrebbe rappresentare l’intera comunità, non imporre scelte respinte dalla maggioranza”.
L’accusa più pesante riguarda l’utilizzo di fondi derivanti dalla vendita di beni pubblici e dalle tasse dei cittadini: una decisione giudicata “di estrema gravità”, perché finalizzata a un’opera “non voluta dalla città”.
“È il tempo di dire basta”
Il Comitato invita la cittadinanza a mobilitarsi nuovamente e parla senza mezzi termini di un “delirio di onnipotenza” che metterebbe a rischio la rappresentanza democratica. L’appello è chiaro: “È arrivato il momento di fermare questa deriva autoritaria e proteggere le risorse pubbliche della città”.