«Ammissioni di responsabilità di Milovan Đilas,delfino di Tito, nella cacciata degli italiani dall'Istria»

«In vista del Giorno del Ricordo, vogliamo rinfrescare la memoria a storici ed appassionati di storia, rispetto alle ammissioni di responsabilità rese da uno dei delfini del Maresciallo Tito, ovvero Milovan Đilas (1911-1995), rispetto alla pianificata pulizia etnica degli Italiani dell'Istria, in particolare». Lo rileva in una nota Unione degli Istriani.

«Il defunto Vice-primo ministro della Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia - ancora - , Presidente del parlamento e inviato della medesima all'ONU, rese nel luglio del 1991, nei giorni immediatamente successivi alle dichiarazioni d'indipendenza della Slovenia e della Croazia, al giornalista Alvaro Ranzoni sul settimanale Panorama una serie di confessioni a proposito dei possibili scenari che si sarebbero potuti aprire col dissolvimento della Jugoslavia».

«Nella parte finale - ancora - dell'intervista, dopo aver ricordato in che modo fu stabilito il confine interno tra Croazia e Serbia nel 1946, Dilas accennò anche alla situazione - all'epoca ben più calda - dell'Istria: «[…] Ricordo che nel 1946 io ed Edvard Kardelj andammo in Istria a organizzare la propaganda anti-italiana. Si trattava di dimostrare alla commissione alleata che quelle terre erano jugoslave e non italiane: ci furono manifestazioni con striscioni e bandiere»

«Ma non era vero? - conclude -  (domanda del giornalista) Certo che non era vero. O meglio lo era solo in parte, perché in realtà gli italiani erano la maggioranza solo nei centri abitati e non nei villaggi. Ma bisognava indurre gli italiani ad andare via con pressioni d’ogni tipo. Così fu fatto.»

Nella foto: Tito e Đilas