Truffano decine di giovani in cerca di lavoro: pagavano per lavorare

A conclusione di un ciclo serrato di indagini delegate dalla locale Autorità Giudiziaria, nei giorni scorsi, militari del Comando Provinciale di Gorizia hanno effettuato perquisizioni e sequestri nei confronti di nr. 4 soggetti, una donna (M.B., classe 1980) residente a Cormons, due coniugi (lui R.A. classe 1967, lei D.V. classe 1972) residenti a Marcon (VE) e un quarto uomo (D.V. classe 1970) residente a Mestre (VE), tutti indagati per truffa in quanto ritenuti responsabili di plurime condotte perpetrate in danno di diversi soggetti, principalmente di giovane età ed in cerca di occupazione, “agganciati” mediante la pubblicazione su vari siti internet (es. “Subito.it”, “Kijiji.it”) di annunci relativi ad un’offerta di lavoro. Le indagini, svolte dai finanzieri della Compagnia di Monfalcone a seguito di una denuncia presentata ad aprile 2019 da una ragazza goriziana vittima del raggiro,  hanno permesso di appurare come giovani in cerca di occupazione venissero attirati attraverso annunci di lavoro quale “consulente turistico” pubblicati su internet da una società a responsabilità limitata con capitale minimo e sede in Marcon (VE), ma presente su tutto il territorio nazionale con una rete di oltre 80 agenzie di viaggi in franchising, tutte affiliate alla società madre che manifestava quale oggetto delle propria attività il brokeraggio, ovvero l’intermediazione, di pacchetti vacanze prodotti da operatori turistici. I ragazzi rispondevano all’annuncio fornendo i propri dati e, successivamente, venivano invitati a sostenere un primo colloquio presso una delle agenzie viaggi appartenenti al network o direttamente presso la sede di Marcon (per i ragazzi residenti nel goriziano i colloqui si svolgevano presso un’agenzia viaggi di Cormons) per poi partecipare ad un corso di formazione effettuato mediante una video-chiamata della durata di qualche minuto. In sede di colloquio, ai candidati veniva illustrato il lavoro proposto consistente, di fatto, nella vendita “porta a porta” di pacchetti denominati “Discovery Fly” (al costo di € 2.200,00), con la promessa di ricevere una provvigione di € 300,00 per ogni pacchetto venduto. Dalle indagini è emerso che ai giovani neo-procacciatori non veniva comunicato o veniva accennato in modo affatto trasparente, che si assumevano l’obbligo di acquistare un pacchetto “Discovery Fly” ad un prezzo “scontato” (compreso tra 800 e 1.800 euro), da corrispondere previa stipula di un contratto di finanziamento. Tuttavia, sottoponendo in visione ai ragazzi i contratti di finanziamento, di cui non avevano mai ricevuto copia, si è potuto constatare che tali contratti riportavano firme apocrife e dati non veritieri. Pertanto, mentre le somme erogate dalle finanziarie confluivano nel conto corrente dei truffatori, sui giovani neo-procacciatori ricadeva l’onere di pagare le rate del prestito stipulato a loro nome ed a loro completa insaputa. Le investigazioni, ancora in corso, hanno portato ad ascoltare decine di persone, tutte intestatarie di contratti di finanziamento, sull’intero territorio nazionale; molte di esse, residenti nelle province di Gorizia, Udine, Treviso, Varese, Taranto, Venezia, Padova, Ragusa e Foggia, scoprendo di essere state vittime del sistema truffaldino, hanno deciso di sporgere querela. L’attività di indagine si inserisce nella più ampia e costante attività di polizia economica e finanziaria posta in essere dalla Guardia di Finanza, volta ad arginare i fenomeni illeciti nel sistema economico e nel mondo del lavoro, anche mediante il contrasto delle manifestazioni di illegalità che si insinuano all’interno dell’economia digitale, con lo scopo ultimo di tutelare i lavoratori e le fasce di popolazione “deboli”, maggiormente esposte a tali raggiri.