Museo Schmidl, mercoledì incontro su «Il canto polifonico Georgiano. Patrimonio immateriale dell’umanità»

Nel segno della collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, il Centro Giuliano di Musica Antica “Dramsam” e la Comunità Religiosa Serbo Ortodossa di Trieste, mercoledì 11 luglio, alle ore 18, nella sede dello stesso Museo Schmidl a Palazzo Gopcevic (via Rossini 4, sul Canal Grande), avrà luogo l'incontro su «Il canto polifonico Georgiano. Patrimonio immateriale dell’umanità», conferenza dell'etnomusicologo Renato Morelli, con presentazioni video e multimediali.

Il canto polifonico Georgiano è stato il primo “patrimonio immateriale dell’umanità” a venir inserito nella lista UNESCO (nel 2001). Di grande e variegata complessità, è un'antica tradizione della Georgia Caucasica, presente almeno dal IV secolo, quando il Cristianesimo fu adottato come religione di Stato. Consiste in quattro tipi principali: nella regione a nord-ovest della Georgia (la montuosa e misteriosa Svanetia) si pratica l’arcaica polifonia “dissonante", mentre la Georgia occidentale (regione Guria) è conosciuta per quella contrappuntistica con lo Yodel qui chiamato Krimanciuli. La zona orientale (la regione Khaketia, centro storico dell’enologia mondiale) è la patria del dialogo fra i melismi di due solisti e l'accompagnamento del bordone. La polifonia "ostinata" è invece presente in tutte le regioni.

Il canto è onnipresente in tutte le attività della vita quotidiana, dai canti di lavoro (il Naduri) ai canti natalizi (Alilo), fino agli immancabili canti da brindisi (i celebri Mravalzhamier), diffusi con numerose varianti in tutte le regioni della Georgia dove si produce vino, che accompagnano le lunghe serate conviviali attorno a tavole sontuosamente imbandite (Supra) e che vengono solitamente suggeriti dal capo brindisi (Tamada).

Di particolare interesse è il canto liturgico della Chiesa autocefala georgiana, sopravvissuto avventurosamente e “miracolosamente” a eventi drammatici. Nel 1811 (dopo la terza guerra caucasica, quando la Georgia fu definitivamente annessa all’Impero zarista) il patriarcato di Mosca impose la liturgia e la lingua russa, con conseguente proibizione della lingua georgiana e dei suoi antichi canti liturgici. Si deve a un celebre cantante d’opera, Filimon Koridze (1835-1911), lo straordinario progetto di ricerca-documentazione-trascrizione che ha salvato il canto liturgico georgiano dall’estinzione. Koridze decise di rinunciare alla sua brillante carriera (con acclamate esibizioni alla Scala di Milano, al Mariinskij di San Pietroburgo e alla Carnegie Hall di New York) per dedicarsi completamente alla documentazione-trascrizione di più di 6000 canti liturgici tradizionali georgiani. Rispetto ai diktat del patriarcato di Mosca, ancora più terribili furono le conseguenze della rivoluzione bolscevica. Sono tristemente noti gli innumerevoli crimini perpetrati dal regime comunista nei confronti della chiesa georgiana (distruzione di antichi monasteri con relativi affreschi medioevali, assassinio e deportazione del clero, divieto assoluto delle liturgie) fino all’implosione dell’Unione Sovietica nel 1991.

Nel 2011 il Patriarca georgiano di Tbilisi ha ufficialmente santificato Koridze: il primo esempio di un etnomusicologo “santo”.

Renato Morelli (Trento 1950) è etnomusicologo, regista e musicista. Regista RAI dal 1979 al 2008, ha realizzato 65 film etnografici su Arco alpino, Sardegna, Peru, Caucaso, ottenendo 25 premi internazionali. Alternando ricerca e divulgazione, ha pubblicato diversi lavori scientifici (volumi, CD, DVD), insegnando nei corsi Master alle Università di Trento, Milano (Cattolica), Varese (Insubria) e ai Conservatori di Trento e Bolzano. Ha ideato e fondato undici progetti musicali, pubblicando 19 CD e 20 DVD, realizzando contestualmente varie regie teatrali. Tra i suoi progetti musicali in corso: Ziganoff (klezmer-jazz), Cantori da Verméi (canto alpino), TTT (Musiche da Trentino, Tirolo, Transilvania), Mravalzhamier (International georgian choir). Filmografia, discografia e bibliografia complete sono consultabili al sito www.renatomorelli.it.

L’ingresso alla manifestazione è libero, fino a esaurimento dei posti disponibili.