Da minuscoli organismi acquatici nuove soluzioni per robot flessibili

I raffinati movimenti dell’ Euglena, organismo unicellulare che adatta il proprio corpo a seconda dello spazio in cui si muove, potrebbero essere di ispirazione per robot che si devono spostare in ambienti difficili, tra i detriti e perfino nel corpo umano. Lo studio, pubblicato su Nature Physics, è stato condotto da SISSA, Scuola Superiore Sant’Anna, OGS e Universistat Politècnica de Catalunya

Più di tre secoli fa, Antoni Van Leeuwenhoek, pioniere della microscopia, rimase meravigliato dalle minuscole creature che riuscì a vedere sotto la sua lente dopo averle pescate in uno stagno. La sua attenzione si concentrò soprattutto su un tipo di cellule dalla forma allungata, denominate Euglena. Come i loro simili, questi organismi unicellulari nuotano la maggior parte del tempo agitando il loro flagello, un’appendice esterna con funzione motoria. Tuttavia, in alcuni casi, Euglena esegue deformazioni e cambiamenti di forma dell’intero corpo cellulare, noti come moto ameboide o metaboly. I motivi di questi cambiamenti sono rimasti fino a oggi misteriosi. Adesso uno studio pubblicato su Nature Physics da un team di ricercatori della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati), della Scuola Superiore Sant’Anna, dell’OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) e dell’Universistat Politècnica de Catalunya ha dimostrato come questi movimenti consentano a Euglena di strisciare in maniera molto veloce in spazi angusti e stretti. Un’osservazione che potrebbe portare a impreviste applicazioni ingegneristiche secondo un nuovo paradigma basato sull’idea di robot flessibili.