Maltrattamenti in asilo, il 97% dei triestini favorevoli alle telecamere nelle scuole

Ben il 96,5% dei triestini è favorevole all'installazione delle telecamere all'interno degli asilo per prevenire episodi . E' il risultato di un sondaggio realizzato questa mattina, giovedì 30 maggio, all'interno del noto gruppo Facebook Te son de Trieste se, a seguito della notizia dei maltrattamenti ai danni di alcuni bambini da parte di 2 educatrici in una scuola materna triestina. Su circa 1000 votanti dunque, solamente il 3,5% dei partecipanti al sondaggio  si è detto contrario all'installazione di un sistema di videosorveglianza all'interno degli istituti scolastici. Centinaia i commenti in calce al sondaggio, alquanto partecipato come detto: «Asili,scole e case de riposo! Se un ga la coscienza pulita non vedo dove sia il problema!chi che no le vol ga qualcosa de nasconder!» riferisce Jessica. Gli fanno eco Dino: «Si alle riprese in asili e case di riposo i più deboli devono essere tutelati. E per me si dovrebbe fare i nomi di questi indegni che si approfittano dei più deboli. E non si venga a invocare la privacy» e  Roberto: «Si si si e perché se non hai nulla, da nascondere e la tua professionalità è provata e indiscutibile non hai nulla da temere, qualcuno assieme ai sindacati dice che il lavoratore sarebbe sottoposto al controllo del suo datore di lavoro, si potrebbe essere vero ma la tutela è la sicurezza di bambini e anziani indifesi ha la priorità e poi non prendiamoci in giro oggi dove ti giri sei sotto una telecamera che ti controlla e ti guarda». Valentina riferisce la sua testimonianza diretta: «Perché bisogna protegger le fasce più deboli! Mi lavoro in sala parto (oltre che esser mamma de 3 bambini che frequenta l’asilo) ed assisto alle nascite, te assicuro che, 8 volte su 10 i parenti e la paziente chiedi de poder filmar tutto el parto... sicuramente lo farà per un bel ricordo ma, in ogni caso, vien ripreso tutto el mio operato, ma va benissimo... mi son consapevole de come lavoro e, qualsiasi roba, son pronta eventualmente a risponder delle mie azioni! Quindi xè giusto e, xè giusto che el direttor sanitario dia l’Okay ogni volta!  Son favorevolissima alle telecamere dappertutto!». Anche Adriana riporta ala sue esperienza diretta:  «lavoravo per la ristorazione, telecamere all'ordine del giorno ovunque, anche nei laboratori, nessuno si è mai lamentato... È normale, nei supermercati idem, chi si lamenta ha qualcosa da nascondere». Elena invece riferisce: « Sono un’insegnante ed ho figli a mia volta. Non credo che la soluzione a tutti i mali possa essere la telecamera. Io non credo manderei i miei figli in una struttura dove la telecamera funge da grande fratello. Per prima cosa Un cattivo insegnante rimane tale anche se in loco c’è una telecamera quindi darà poco e male ciò che dovrebbe far bene e con il cuore. Certo non strattonerà il bambino....davanti la telecamera...ma dietro.... Un buon insegnante invece smetterà di lavorare bene xche un occhio leviatano che ti fissa tutto il giorno alza notevolmente lo stress e mette tutti nella condizione di non lavorare bene.  Esistono concorsi X assumere queste educatrici che non tengono conto dell’aspetto psicologico, mai valutato.  Inoltre pur essendo un lavoro con alto stress il burnout è dietro l’angolo e dovrebbe esserci una figura che appoggi l’èducatore che si sente al limite...a volte la solitudine crea sti mostri.  E poi ci sono i colleghi che dovrebbero alzare la mano e dire alt questo non si fa oppure al coordinatore pedagogico dire ho visto questo. La telecamera sembra la pericolosa soluzione di un mondo di paura.  Ma controllare i cattivi insegnanti non toglie i cattivi insegnanti». Dubbi da Valeria: «Da un lato sì, ma dall'altro penso, per tutte le maestre, la maggioranza, che lavorano bene, come sarebbe difficile lavorare con le telecamere puntate addosso. Questo vale in qualsiasi lavoro» e da Mirella:  «Sì, per una question de tutela de minori o deboli in generale.. no, perché pol esser usato per controllar il lavoro dei dipendenti (e la sensazion non credo sia bella, quella de non dar fiducia.. su questo punto esisti lo statuto dei lavoratori)»