L’odissea di una anziana ferita a Trieste: 1 ora attesa ambulanza, 6 ore attesa pronto soccorso e 7 giorni a casa senza cure
Pubblichiamo dal consigliere regionale Walter Zalukar
Questo succede a Trieste. Venerdì 15 aprile una signora di 86 anni cade e riporta traumi alla spalla e all’anca. Comincia un’odissea non ancora conclusa.
Ecco il racconto della figlia.
“Buonasera, venerdì pomeriggio mia madre di 86 anni ha avuto una caduta in bus scendendo dai sedili, ha battuto la schiena parte bassa, è riuscita a tornare a casa, quando sono arrivata le ho chiesto come stava, e mi riferiva che le faceva molto male, mi sono allontanata un attimo e ha avuto un mancamento ed è caduta a terra di fianco destro, e il braccio l'aveva sotto il corpo ma verso l'esterno, a quel punto non sapevo se muoverla o meno e con l'aiuto di un vicino mettendole un lenzuolo sotto lentamente l'abbiamo un po' spostata visto che era di faccia verso la poltrona.... ho chiamato il 118 e mi rispondono che circa dopo 20 minuti sarebbero arrivati, passati 40 ho richiamato e mi hanno risposto che l'ambulanza ha dovuto deviare verso un caso di arresto cardiaco, insomma alla fine sono arrivati dopo un'ora e mezza, l'hanno alzata in piedi e senza una barella o altro sostegno l'hanno portata via cosi'.....è rimasta in Pronto soccorso in attesa in barella per sei ore, poi l'ha vista il medico, le hanno fatto i raggi ed è risultato che ha una frattura alla scapola....rimandata a casa, con tutore.....altro particolare a dicembre si è rotta l'omero e tuttora ha forti dolori anche da quella parte, Il giorno dopo accusava forti dolori anche alla altezza delle costole, quindi una difficoltà inaudita per metterla a letto e per alzarla, chiamo la Sala gessi e mi rispondono che se voglio posso portala di nuovo a Cattinara e le faranno i raggi, liquidandomi abbastanza velocemente.
Ora la situazione è un ematoma zona femore abbastanza esteso che le fa molto male, bloccata con il braccio destro, male alle costole e l'altro braccio che può muovere in maniera limitata.....quindi può capire la difficoltà in cui sto vivendo io per gestire questa situazione e soprattutto lei che sta vivendo sul suo corpo dolori dalla testa in giù.....mi chiedo ma come si fa a mandare a casa una persona in queste condizioni? abbiamo contattato il suo medico curante per aver accesso a un RSA ma fin ora nessuna risposta....io non me la sento di gestire questa situazione anche per problemi miei di salute e di mio fratello affetto da Parkinson per cui finora siamo nel buio più totale.” (lettera firmata)
Questo mi aveva scritto la figlia mercoledì sera, ma dopo due giorni – è ormai venerdì – ecco un nuovo messaggio:
“Questa mattina mi son messa in contatto con il Distretto 1 di Roiano e mi è stato risposto che purtroppo per un ricovero in RSA non era possibile fare niente. Se mai fare una richiesta al Comune di un aiuto domiciliare con tempi sconosciuti. L'unica possibilità di far richiesta di riabilitazione è il momento in cui verrà tolto il tutore a mia madre. Ho bisogno veramente di aiuto.......”
Ma era cominciato il ponte del 25 aprile, tutto chiuso