Hot spot di Fernetti, migrante positivo al Coronavirus

Pubblichiamo da S.I.A.P. Polizia Trieste

Dopo i casi di Udine e Gorizia anche presso la struttura della Polizia di Stato di Fernetti il personale sanitario ha rilevato il primo caso di CORONA VIRUS accertato di un migrante proveniente dalla Rotta Balcanica trattato a Fernetti dalla Polizia di Stato.

 La Segreteria sindacale S.I.A.P. Polizia Trieste in attesa dei tamponi da effettuare al personale che ha avuto contatti diretti denuncia l’inadeguatezza del protocollo sanitario e di screening preventivo, del trasporto dei migranti con veicoli privi di schermatura e strutture di prima accoglienza per la trattazione (al momento una tenda dell’Esercito Italiano “Strade Sicure” priva di aria condizionata e riscaldamento) totalmente prive di dispositivi di distanziamento come plexiglass, peraltro il tutto sito accanto ad una caserma alloggiativa, promiscua a decine di migranti quotidianamente in arrivo, militari di Strade Sicure e Forze di Pubblica Sicurezza.

Il S.I.A.P. Polizia triestino ha lanciato allarmi ben prima della pandemia da corona virus, i poliziotti impegnati nel contrasto al fenomeno criminale dell’immigrazione clandestina e della  prima accoglienza in cui salvano le vite sono i più esposti, e si ritrovano spesso a combattere in prima linea ci diciamo sconcertati dallo stato embrionale della struttura che dovrebbe essere adeguata all’attuale emergenza pandemica dopo 3 anni di insistenti richieste e segnalazioni degli operatori,  e  per quanto riguarda la gestione sanitaria che dovrebbe in primis prevedere la quarantena preventiva ai migranti in quanto provenienti da zone altamente pandemiche e tamponi sistematici anche agli operatori. Mancano strutture idonee e sterili, scorte importanti di dispositivi DPI e autoveicoli attrezzati per il distanziamento.

Una situazione vicina al caos e affrontata da poche decine di poliziotti, già sotto pressione da 3 anni di arrivi di migranti e altamente responsabilizzati nella gestione di persone ferite debilitate affamate e potenzialmente contagiose.

L’arrivo di una manciata di aggregati è stato un piccolo sollievo più che altro sul morale delle pattuglie ma in termini pratici non è una soluzione lontanamente adeguata a sanificare il terreno insidioso che sta affrontando il comparto sicurezza provinciale.

La Segreteria S.I.A.P. lancia l’ennesimo allarme di protesta rivolto alle istituzioni che hanno il compito di gestire l’immigrazione e la prevenzione sanitaria e sociale smettendo di abbandonare all’improvvisazione i poliziotti con pericolose inerzie e sviste, basta chiedere è ora di agire immediatamente innanzitutto con gli spazi idonei e la sicurezza sanitaria perché c’è in gioco la salute degli italiani.

 Serve responsabilità e coordinamento provinciale e regionale come ben delineato nel documento indirizzato al Signor Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli dal nostro Segretario Nazionale Giuseppe Tiani e ci aspettiamo risposte concrete per prevenire nuovi focolai da Corona virus nelle strutture d’accoglienza e trattazione   sovraffollate.