Cisint chiede più controlli sui prodotti alimentari extra-UE: “Inaccettabile che solo il 3% venga verificato”

Cisint chiede più controlli sui prodotti alimentari extra-UE: “Inaccettabile che solo il 3% venga verificato”

Dopo la denuncia emersa al Villaggio Coldiretti di Bologna, secondo cui il 97% delle merci agroalimentari provenienti da Paesi extra-UE entrerebbe in Europa senza controlli sanitari, interviene con forza l’europarlamentare leghista Anna Maria Cisint, chiedendo alla Commissione europea un immediato potenziamento delle verifiche alle frontiere.

Attraverso un’interrogazione ufficiale presentata a Bruxelles, Cisint ha richiesto l’attuazione di misure urgenti per l’aumento dei controlli sui prodotti alimentari di importazione, denunciando la disparità tra le rigide regole imposte ai produttori europei e la scarsa attenzione rivolta alle merci estere.

È inammissibile – ha dichiarato la parlamentare – che l’Unione europea, di questi tempi, non adotti misure congrue a tutela della salute dei cittadini e a garanzia delle aziende europee, costrette a subire la concorrenza sleale di chi non rispetta le norme dell’UE. Prodotti chimici vietati finiscono nel menu di ignari consumatori, convinti che tutto ciò che proviene da un esercizio commerciale sia preventivamente analizzato e controllato”.

Secondo Cisint, l’attuale sistema di vigilanza rappresenta un meccanismo fallace e rischioso, che genera situazioni “intollerabili” per la sicurezza alimentare. L’eurodeputata ha inoltre espresso preoccupazione per gli effetti che potrebbe avere il recente accordo commerciale UE-Mercosur, che rischia di facilitare ulteriormente l’ingresso di merci provenienti da Paesi con standard produttivi non allineati a quelli europei.

Serve un’Europa che protegga davvero i suoi cittadini e le sue imprese – ha aggiunto Cisint – e non un’Europa che, per eccesso di burocrazia o mancanza di coraggio politico, chiude gli occhi davanti a rischi evidenti per la salute pubblica e per la nostra economia agricola.”

Con la sua iniziativa, la rappresentante leghista chiede quindi una revisione strutturale dei protocolli di controllo e un rafforzamento del coordinamento tra le autorità doganali e sanitarie europee, per garantire che i prodotti alimentari importati rispettino pienamente gli standard di qualità e sicurezza dell’Unione Europea.