Trionfo dei Carabinieri a Trieste: smantellata la rete segreta che inondava la movida di cocaina
Una complessa e prolungata attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trieste ha portato all’arresto di quattro cittadini albanesi, due dei quali fratelli, ritenuti responsabili – nel rispetto della presunzione di innocenza – di un articolato sistema di spaccio di cocaina destinato a numerosi assuntori triestini. L'operazione si inserisce in un quadro investigativo durato circa sei mesi e coordinato dalla Procura della Repubblica di Trieste, sotto la direzione della sostituta procuratrice Chiara De Grassi.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo aveva strutturato un modus operandi collaudato e difficilmente intercettabile. La sostanza stupefacente veniva approvvigionata, suddivisa e distribuita mediante consegne “a domicilio”, utilizzando automobili noleggiate di volta in volta per evitare collegamenti riconducibili agli indagati. I due fratelli, specializzati nella gestione delle dosi e nell’organizzazione delle “ordinazioni”, si avvalevano dell’aiuto degli altri due soggetti per il recapito nei luoghi della movida cittadina, creando una rete radicata e alimentata da clienti abituali.
Le indagini hanno permesso di documentare decine di cessioni, rilevando anche forme di vendita “a credito” e pagamenti tramite bonifico bancario. Una parte del denaro veniva reinvestita per acquistare nuova sostanza, mentre un’altra veniva inviata in Albania. Nel corso dell’operazione, i Carabinieri hanno sequestrato un chilo di cocaina – parte della quale già pronta per lo spaccio – oltre a 2.000 euro in contanti e materiale utilizzato per il confezionamento.
Arrestati in flagranza, i quattro uomini sono stati successivamente raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Trieste, a conferma della solidità dell’impianto investigativo. Si precisa che il procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà oggetto di valutazione nelle sedi giudiziarie competenti, senza che siano rese note generalità o elementi utili alla loro identificazione.
L’operazione rappresenta un ulteriore segnale dell’impegno costante delle forze dell’ordine nella tutela del territorio e nella prevenzione di fenomeni che incidono sulla sicurezza e sulla vivibilità della città.