Lo scrigno dei ricordi, il piccolo Sebastiano Visintin
Ci sono fotografie che non si guardano soltanto: si ascoltano, si respirano, sembrano parlare. Una di queste è quella che ritrae Sebastiano Visintin da bambino, un’immagine in bianco e nero che profuma di passato, di vita semplice e autentica. Un volto sorridente, lo sguardo curioso, lo sfondo di un muro ruvido che racconta infanzia e sogni, quando tutto sembrava ancora possibile.
Questa foto, oggi parte del suo “scrigno dei ricordi”, non è soltanto un frammento d’infanzia, ma un piccolo viaggio nel tempo. In quel sorriso spensierato si leggono le prime scoperte, la meraviglia davanti al mondo, la purezza di chi ancora non conosce il peso delle attese e delle distanze. È la memoria che torna a bussare con dolcezza, portando con sé il calore di giornate lunghe, di corse all’aperto e di carezze dimenticate.
Ogni dettaglio sembra avere un suo significato: la luce che accarezza il viso, i vestiti segnati dal gioco e dalla curiosità, quel muro alle spalle che diventa una cornice del tempo. È come se, attraverso quello scatto, il Sebastiano adulto volesse stringere la mano al bambino che è stato, ricordandogli da dove è partito e quante emozioni ha raccolto lungo la strada.
Le fotografie, dopotutto, non sono mai solo immagini. Sono specchi dell’anima, capaci di restituire a chi le osserva la forza silenziosa delle origini. E in questo caso raccontano anche la tenerezza di un uomo che non dimentica, che sceglie di condividere un frammento di sé con discrezione, lasciando che la dolcezza di uno sguardo parli più di mille parole.
Quella di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è una memoria che profuma di casa, di affetto, di verità. Una foto che non ha bisogno di cornici né di commenti: basta guardarla per sentire la voce di un tempo che continua a vivere, nascosta tra le pieghe di un sorriso bambino.