Intercettazioni, Procura Trieste: "Decisive per contrasto droga"

 "Lo strumento intercettativo si è rivelato decisivo" nell'operazione 'Green road' che ha smantellato un'organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti: "è chiaro che qui parliamo di un reato che non ha a che vedere con il terrorismo e la mafia. Mi chiedo se possiamo ritenere per il futuro che sia ancora priorità poter fare indagini di questo tipo, noi possiamo farle solo cosi". Lo ha affermato il Procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, presentando i dettagli dell'operazione condotta dalla Gdf e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Trieste. L'operazione, ha osservato in conferenza stampa, "è stata realizzata grazie alle intercettazioni. E' giusto che le intercettazioni rimangano? Dovremmo cancellare questo tipo di attività che invece è necessaria? Se vogliamo discutere del fatto che serve il doveroso riserbo su circostanze non rilevanti, è bene sapere che già da settembre 2020 è in vigore una normativa che noi applichiamo per cui i fatti privati di questi soggetti non saranno resi noti. Oggi sentiamo che la politica si interroga su questi argomenti e volevo portare il mio contributo su importante procedimento adottato dal mio ufficio e gestito con intercettazioni telefoniche". Gli indagati, ha spiegato a margine, entrando nel dettaglio del lavoro degli investigatori, "sapendo di appartenere a un'etnia che ha una particolarità di collocazione geografica molto ristretta, confidavano che parlando con semplici messaggi Whatsapp nessuno avrebbe potuto capire dov'erano e intercettarli". (ANSA). FMS