Banda kosovaro-macedone trasportava migranti irregolari (ragazzini del Bangladesh) ILLEGALMENTE a Trieste (VIDEO)

Nella serata di mercoledì 03.03.2021, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Trieste, coordinati dalla locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno tratto in arresto E.M. cl. 78, macedone, e sottoposto a fermo di indiziato di delitto il cittadino kosovaro R.A. cl 80 ed il cittadino macedone D.S. cl. 78, poiché ritenuti responsabili, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato in corso di identificazione, dei reati di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina di 8 minori bengalesi.

La vicenda si origina dalle attività di contrasto all’immigrazione clandestina poste in essere nell’ambito di fascicolo processuale il cui titolare è il S. Procuratore dr. Federico FREZZA; durante le attività investigative la Squadra Mobile giuliana, lo scorso 2 marzo, aveva individuato una Volkswagen Passat con targa italiana ed un Fiat Ducato con targa slovena, che avrebbero potuto essere impiegati per un imminente trasporto di migranti.

I mezzi sono stati, quindi, monitorati ininterrottamente dagli investigatori allorché, nel centro cittadino, veniva osservato uno scambio sospetto di veicoli tra gli utilizzatori della predetta Passat e quelli di una Ford Focus nell’occasione sopraggiunta. Entrambe le vetture, poi, raggiungevano un piazzale sito nei pressi di Opicina ove era stato parcheggiato il furgone.

La successiva riservata attività di osservazione consentiva di rilevare come nel pomeriggio del medesimo giorno 3 marzo il Ducato lasciava il territorio nazionale per recarsi nella vicina Repubblica di Slovenia seguito dalla Passat.

Dopo circa cinque ore, tale ultima autovettura rientrava in Italia attraverso il valico di Monrupino, seguita a pochi minuti dal Ducato.

Ritenendosi, dunque, che il furgone – anticipato dalla “staffetta” della Passat con il compito di segnalare per tempo la presenza di FF.OO. lungo il tragitto – potesse trasportare dei clandestini, si decideva di effettuare un mirato controllo.

A bordo delle auto civetta gli agenti riuscivano, quindi, a bloccare senza alcuno inconveniente la Passat nei pressi di Prosecco all’intero della quale veniva identificato E.M.

L’autista del furgone, invece, si dava alla fuga, imboccando a fortissima velocità la strada provinciale in direzione della località di COL; l’inseguimento proseguiva sino a che il passeur, sempre a velocità sostenuta, imboccava una strada privata d’accesso ad una villetta sita in località Monrupino ove arrestava definitivamente la propria corsa andando ad impattare contro un albero di palma presente nel giardino.

Contestualmente il conducente, abbandonato il veicolo, si dileguava, a piedi, nella vicina area boschiva facendo perdere le proprie tracce.

All’interno del furgone erano presenti n. 8 ragazzi del Bangladesh, tutti minorenni, i quali hanno corrisposto per il viaggio illegale cifre comprese tra i 1600 ed i 1800 €. I giovani migranti sono stati poi condotti presso il locale nosocomio infantile per essere sottoposti agli accertamenti del caso all’esito dei quali sei di loro venivano dimessi con prognosi di alcuni giorni per le contusioni riportate ed affidati ad una struttura di accoglienza per minori, mentre i rimanenti due venivano trattenuti in osservazione a causa dei traumi violenti e le fratture riportate.

Poco più tardi, veniva rintracciata, la Ford Focus a bordo della quale venivano identificati R.A. e D.S. i quali, nel pomeriggio precedente, avevano fornito ad E.M. la Passat da quest’ultimo utilizzata per fare da staffetta al carico di migranti.

Sulla scorta degli elementi di prova acquisiti, E. M. veniva tratto in arresto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso mentre R. A. e D. S. che venivano sottoposti a fermo di indiziato di delitto.

R. A. veniva, altresì, tratto in arresto nella flagranza del reato di possesso di documento identificativo falso avendo la disponibilità di una carta d’identità croata contraffatta.

Gli arrestati sono stati condotti presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.

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