Fvg Pride, adesione M5S: «Manifestazione trasversale ed inclusiva»

«Dispiace che le posizioni del centrodestra triestino tendano sempre di più a svilire l’immagine colta, cosmopolita ed evoluta che la città ha storicamente avuto, offrendo al contrario sempre più spesso occasioni di visibilità in negativo, repulsiva, attraverso atti e decisioni che portano il segno di un atteggiamento intollerante, arrogante e omofobo». Lo rileva in una nota il Movimento 5 Stelle di Trieste sul Fvg Pride in programma il prossimo 8 giugno a Trieste, primo prife organizzato a Trieste.

Fvg Pride, l’8 giugno a Trieste: «Pericolosa deriva xenofoba in tutto il mondo e in FVG»

«Il diritto a manifestare - continua la nota -  è fortunatamente sancito per legge e se ne possono avvalere tutti, come abbiamo visto a novembre scorso in occasione della polemica cittadina per una manifestazione di tenore totalmente diverso. La disponibilità ad accogliere e ad offrire messaggi positivi purtroppo è invece carente da parte di questa giunta comunale».

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«Il Pride - riferiscono i pentastellatiè una manifestazione trasversale ed inclusiva nella quale scendono in strada a manifestare non solo gli attivisti ma tutti coloro che dalla società civile desiderano esprimere il proprio favore verso la tematica dei diritti civili e delle libertà sociali che vanno portate avanti con determinazione anche oggi nel 2019, per evitare strumentali prese di posizione nei confronti di persone che vogliono semplicemente vivere con coerenza il loro orientamento sessuale».

Fvg Pride, vice-sindaco di Grado: «Se richiesto, concederemo il patrocinio»

«Altro aspetto - conclude il Movimento 5 Stelle - che dovrebbe far riflettere l’amministrazione di questa città è tutto ciò che il Fvg Pride porta con sé. Nel mese che precederà la sfilata, infatti, sono in programma incontri, convegni, feste, presentazione di libri e altro, tutti eventi collaterali alla prima sfilata cittadina. Non vediamo quindi ragione per non considerarla anche un occasione di visibilità positiva dal punto di vista dello sviluppo e delle attività locali e non ci spieghiamo, se non come una posizione puramente ideologica e miope, il no di Dipiazza alla possibilità di concedere il patrocinio del Comune di Trieste».