Festa Madonna della Salute, Crepaldi: «Preghiera allontani giovani dal tunnel della droga»

Di seguito il testo dell'omelia che S.E. mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo-Vescovo di Trieste, ha pronunciato nel Santuario diocesano di Santa Maria Maggiore, in occasione solenne Celebrazione eucaristica per la Festa cittadina della Madonna della Salute.

Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre!

  1. Sono lieto di accogliervi nel Santuario diocesano dedicato alla Madonna della salute. In questo Santuario, con amore e devozione, incontriamo Maria come nostra Madre nell’ordine della grazia e come Madre di ciascuno di noi singolarmente preso. La maternità di Maria esige che noi ci consideriamo suoi figli: "Ecco tua madre", dice Gesù. Ed il vangelo continua: "e da quel momento il discepolo la prese in casa sua". Che cosa significa realizzare nella nostra vita un rapporto di figliazione nei confronti di Maria? Certamente, ciascuno di noi ha un suo modo proprio di vivere questo rapporto. È il mistero di ogni persona. Tuttavia, la relazione spirituale con la Madre ci consente di affrontare gli eventi quotidiani, spesso difficili e dolorosi, della nostra vita, confidando nel suo amore materno che vede e provvede. Maria ci aiuta a non temere per l’avvenire, perché il Figlio suo Gesù Cristo, che ha assunto la storia per aprirla al suo compimento trascendente, ne è l’alfa e l’omega, il principio e la fine (Ap 1,8).
  2. Predragi bratje in sestre, carissimi fratelli e sorelle, la Chiesa ci insegna che la nostra figliazione mariana deve avere alcuni tratti fondamentali. In primo luogo, ci chiede la venerazione verso la Madre celeste, una venerazione piena di affetto, che deve essere del tutto singolare quando la manifestiamo nei confronti della sua persona. In secondo luogo, ci chiede una fiducia totale che dobbiamo nutrire nei suoi confronti, soprattutto quando siamo in particolari difficoltà: una fiducia che si esprime nella preghiera umile e costante, soprattutto nella preghiera del Rosario. In terzo luogo, l’affidamento alla sua opera educativa: "si progredisce più in poco tempo di sottomissione e dipendenza da Maria che durante anni di iniziative personali, appoggiati solo su se stessi" scrisse S. Luigi Grignion di Montfort. (Trattato della vera devozione alla Ss. Vergine n. 15). Maria continua ad educarci nella vita di fede perché attraverso la sua continua intercessione ci ottiene la grazia che ci trasforma in Cristo. Una donna che aveva accolto in casa sua Santa Giacinta a Lisbona - uno dei pastorelli di Fatima - nel sentire i consigli così profondi che la piccola le dava, le domandò chi le aveva insegnato cose così grandi. "È stata la Madonna", rispose Giacinta.
  3. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, Dio, nei suoi imperscrutabili disegni, ha voluto che Maria fosse in modo singolare associata all’opera della redenzione. Così ora in questo Santuario diocesano noi vogliamo contemplare e pregare Maria, la Madre. Associata all’opera della redenzione, dunque associata ad ogni uomo e ad ogni donna umiliati nella loro dignità e quindi bisognosi di redenzione: associata alla vita già concepita e soppressa ancora nel seno materno; associata alla umiliazione di tanti giovani da anni in cerca di lavoro; associata alla sofferenza degli infermi ed alla solitudine di tantissimi anziani. Soprattutto associata all’opera della redenzione a causa della potenza della sua preghiera. La potenza della sua preghiera sostenga il mio faticoso ministero pastorale; sostenga l’amore coniugale degli sposi, spesso insidiato dall’egoismo e dall'incapacità di scelte definitive; sostenga la fedeltà alla vocazione dei nostri sacerdoti; ridoni senso alla vita dei nostri giovani, soprattutto di quelli finiti nell'inferno della droga e di altre tragiche dipendenze. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, introduciamo veramente la Madre celeste in casa nostra, nella casa della nostra vita: abbia essa una dimensione fortemente mariana; solo così essa sarà fortemente cristiana.