Circolo del Manifesto di Trieste: «Salvini fa politica nel senso più "barbaro" del termine»

«IL 5 LUGLIO SALVINI SARA' A TRIESTE. L' occasione è la firma di un accordo economico con l' Ungheria che riguarda il porto di Trieste , la motivazione più' verosimile è quella di una stretta securitaria sulla cosiddetta rotta balcanica con la proposta choc di ripristinare barriere , controlli , anche filo spinato in alcuni tratti dell' (ex) confine italo-sloveno. Questa proposta Ha già ricevuto il sostegno di Luca Zaia e della deputata forzista Sandra Savino che sul quotidiano locale di Trieste del 29 c.m. ha dichiarato :" La UE si svegli e faccia la sua aprte per contrastare la rotta migratoria balcanica .Poi non si sdegni se i governi nazionali lasciati soli studiano soluzioni radicali come le grate metalliche con filo spinato lungo i tratti prescelti dalle rotte migratorie"». Lo rileva il  Circolo del Manifesto di Trieste «Contro - ancora il Circolo -  la presenza di Salvini e le sue aberranti ricette securitarie si stanno muovendo le organizzazioni democratiche , antirazziste ed antifasciste presenti in città . Di seguito il contributo del Circolo del manifesto di Trieste»

Salvini non fa (solo) propaganda , ma politica nel senso più' "barbaro" del termine , poichè estraneo nelle sue concretizzazioni ai lògoi ed agli stili della dialettica democratica e pero' , proprio per questo tanto più efficace . La risposta che serve è quindi non tanto la mera contestazione delle sue esternazioni politiche , ma la comprensione e la messa fuoco degli obiettivi che la sua politica intende conseguire. La recente affermazione sui "confini da blindare" non è una boutade , è una pericolosa minaccia e non ne vanno sottostimate le conseguenze. Possiamo concordare sull' opportunità o meno di preparare una manifestazione che ne contesti pretestuosità e demagogia , ma non possiamo far finta di non vedere l' entità del pericolo con cui dobbiamo fare i conti,nè esimerci di riflettere di fronte allo scenario che potrebbe prefigurarsi . Cito per sommi capi e mi scuso della frettolosità con cui scrivo. 1. La reiterata dichiarazione di Salvini di voler erigere muri o barriere di filospinato tra Italia e Slovenia , cioè tra paesi che condividono lo spazio Schengen e nel contempo stabilire un asse politico con la destra ungherese al governo significa di fatto ROMPERE la UE sul versante più' avanzato della sua fisionomia politica , quella di uno spazio aperto alle persone, e di uno spazio che pratica accoglienza, inserimento, inclusione, democrazia.Il messaggio lanciato da Salvini, non è quindi solo una provocazione politica, ma l' aperta esplicitazione di una deriva securitaria che , da tendenza ideologica si fa prassi di aperta eversione contro gli assetti istituzionali europei che , per quanto criticabili, oggi però consentono aperture , incontri, scambi, contaminazioni, confronti e possibilità di reciproci e solidali mediazioni sulla base di un comune denominatore democratico. 2.A questa rottura dell' Europa su basi pseudosovraniste in compagnia della peggior destra europa si lega-è il caso di dire-il disegno dell' autonomia regionale differenziata , di fatto la rottura dell' Italia con una mappa geografica che ci riporterebbe alla stuazione preunitaria, ma non dell' 800 semmai del '600. 3.La presenza di Salvini a Trieste è stata "preparata" da mesi di propaganda ed iniziative della destra locale che ha agito su terreni diversi, non solo quello dell' emigrazione , ma quello delle politiche sociali, della cultura ,della gentrificazione del Centro Storico,lasciando irrisolti i problemi quotidiani della pubblica ed ordinaria amministrazione ed inevase domande di ascolto e sostegno ai bisogni sociali e collettivi o peggio aggravando situazioni di sofferenza e disagio , dalla sanità ai trasporti, alla difesa del patrimonio pubblico,etc. 4.Per reagire o quantomeno accennare ad una determinazione di volontà che esponga ed argomenti una netta opposizione a questo quadro, è vero che una manifestazione non basta. .. E che forse anche la sottoscrizione di un appello potrebbe risultare insufficiente , ma la gravità del momento che perdura non consente dilazioni, distrazioni e ritardi. E che dopo il 5 luglio l' iniziativa leghista potrebbe allargare le maglie di un già pericoloso disegno di involuzione e regressione democratica del paese dovrebbe far riflettere molti di noi sull' opportunità di lavorare naturalmente insieme alla costruzione di una alleanza sociale , laica democratica , plurale e progressista per contenere questa deriva ed i pericoli che essa fomenta. 5.Sappiamo che nel caso della Sea watch non sono mancate espressioni di solidarietà da parte di molti personaggi politici , abbiamo visto esponenti della sinistra e del PD a fianco, in questa circostanza , dei migranti stremati dal lungo viaggio e da un più' umiliante zigzagare prima di poter approdare, ma dobbiamo essere consapevoli che se l' esser presenti in situazioni di eccezionali accadimenti è certamente positivo , nella normalità quotidiana è ancora più' importante , ed infine che essere assenti sarebbe un segnale facilmente interpretabile dall' opinione pubblica . Quindi valutiamo in quale forma e con quale modalità affrontare questo passaggio, anche sulla base di un appello che possiamo scrivere insieme ,e che in quel giorno a Trieste siano presenti esponenti delle istituzioni, dei partiti democratici, delle associazioni , dei sindacati - come ad esempio fece la Cgil nel 2004 a Gorizia quando infine sul piazzale della Transalpina il confine venne definitivamente cancellato.Che si ragioni su questa ed altre opzioni possibili, , si organizzi una conferenza stampa, un presidio di solidarietà con le rappresentanze delle tante comunità che vivono a Trieste , con i lavoratori transfrontalieri, con gli operatori dell' accoglienza ed integrazione. 6.Anche memori delle tragedie che su questi confini si sono consumate il secolo scorso, rendiamo evidente la volontà che altre non se ne ripetano. e che si dica no a Salvini ed alle sue politiche antieuropeiste , di disgregazione nazionale , di regressione democratica e culturale , di plebeismo razzista e xenofobo.