Cimitero di Sant'Anna, Colonnato Monumentale: 1,2 milioni di euro per la riqualificazione e il restauro

Sono presentate oggi (martedì 27 marzo) nella sala giunta del Municipio le iniziative per il necessario e opportuno risanamento conservativo, restauro e riqualificazione del Colonnato Monumentale del Cimitero di Sant'Anna, un importante patrimonio artistico e storico della nostra Città e uno tra gli esempi più significativi, a Trieste, di arte neoclassica risalente alla prima metà dell''800.

A illustrare l'ampia “operazione”, il cui impegno di spesa complessiva si aggira intorno a 1 milione e 250 mila Euro, sono intervenuti tra gli altri l'Assessore comunale ai Lavori Pubblici con il direttore di Area Enrico Conte e dirigenti e tecnici del Comune di Trieste che hanno preso parte al progetto, il responsabile dei Servizi Cimiteriali di AcegasApsAmga Massimo Carratù e per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia la storica dell'arte  Claudia Crosera e la restauratrice Cristina Gioachin.

L’intervento, promosso dal Comune di Trieste–Area Lavori Pubblici nell’ambito del Piano Triennale delle Opere, in collaborazione con AcegasApsAmga e con la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, con progetto a firma dell’architetto Eugenio Meli e funzionalmente suddiviso in tre fasi, ha interessato nella prima fase, conclusasi nel settembre dello scorso anno, un primo lotto di 250.000 Euro per la copertura di quattordici delle sessantuno campate del colonnato e il risanamento di parte del sistema di scarico delle acque meteoriche.

Attualmente è in fase di aggiudicazione la seconda fase dei lavori (secondo lotto per l'importo di spesa di Euro 500.000) nella quale è previsto il completamento del ripristino della copertura, la sostituzione dei lucernai, nonché il risanamento del sistema di smaltimento delle acque meteoriche, a perfezionamento delle opere del primo lotto di intervento concluso lo scorso anno.

Seguirà un terzo lotto di completamento definitivo dei lavori (per ulteriori 500.000 Euro) che insisterà sulle aree coperte del manufatto, sulle malte delle arcate, con esclusione delle pitture, come previsto dal Regolamento dei Cimiteri Comunali (art. 40).

Sul tema, va ricordato che dallo scorso anno è stato istituito un apposito gruppo di lavoro, formato dal Comune di Trieste, da AcegasApsAmga e dalla Soprintendenza di Trieste, per valutare tutte le problematiche connesse alle tombe di cui era scaduta la concessione, alle questioni riguardanti il vincolo monumentale del cimitero e alla programmazione di attività di prevenzione, manutenzione e restauro dei monumenti cimiteriali.

L'obiettivo generale che si vuole conseguire è quello di ridare dignità e valore a un patrimonio storico e artistico importante, anche articolando degli specifici “percorsi” ai beni monumentali del Cimitero, integrandoli quindi con i beni culturali della città e con quelli degli altri cimiteri cittadini.

In tale ottica, l’attività della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del FVG, nell’ambito del progetto, è funzionale in particolare all’avvio della verifica dell’interesse culturale del Cimitero, e prevede la classificazione dei monumenti funerari in tre categorie (A, B, C), in base all’importanza della sepoltura, alla rilevanza storico culturale della famiglia e alla qualità della fattura e dei materiali con cui sono realizzati i monumenti funerari, e quindi la creazione di linee guida per stabilire le modalità di intervento sulle tombe.

Alcune delle riqualificazioni previste saranno effettuate – anche nel rispetto degli antichi termini contrattuali all'epoca stipulati - a carico del Comune di Trieste. Si tratta nello specifico di 12 tombe del colonnato monumentale, dove ciascuna campata ospita una tomba di famiglia di prima classe:

Tomba n. 18 concessionario DE REYER COSTANTINO;

Tomba n. 22 concessionario GOBBI FERDINANDO;

Tomba n. 24 concessionario DUTILH DANIELE PIETRO;

Tomba n. 28 concessionario STRAULINO GIACOMO;

Tomba n. 30 compossesso   VERONESE EMILIA V. BIGNAMI:

Tomba n. 32 concessionario ACQUAROLLI ANTONIO;

Tomba n. 36  concessionari  BIDISCHINI ANTONIO – BURGSTALLER:

Tomba n. 37 concessionario ROVIS GIOVANNI BATTISTA;

Tomba n. 39 concessionario RESIDEN ADOLFO;

Tomba n. 44 concessionario SARTORIO PIETRO;

Tomba n. 55 compossesso   BIASI ELENA;

Tomba n. 58 concessionari   SCRINZI GIOVANNI BATTISTA e MARENZI OLGA.

Per le restanti 49 tombe – sempre di prima classe - gli oneri di manutenzione saranno invece a carico degli eredi del concessionario aventi titolo alla sepoltura, i quali saranno invitati ad avviare le operazioni indispensabili a scongiurare lo stato di degrado delle strutture lapidee, anche al fine di evitare rischi per la sicurezza delle persone e del monumento stesso.

In caso di inottemperanza del privato il Comune si riserva di attivare le misure sostitutive ai sensi del Regolamento dei Cimiteri Comunali, in base al quale qualora la tomba risulti in stato di abbandono, o non consti l’esistenza di superstiti aventi diritto e l’ultima sepoltura risalga a 50 anni addietro, si deve procedere alla decadenza della concessione.

NOTA STORICA

La privilegiata posizione geografica della città di Trieste e la proclamazione del Porto Franco, contribuiscono, tra Sette e Ottocento, ad attirare genti di differenti nazionalità, a incrementare i traffici dell’imprenditoria mercantile e a creare una società mista nella quale si innestano differenti tradizioni culturali, politiche e religiose. L’Ottocento, per Trieste, è il secolo del rinnovamento edilizio: è proprio in età neoclassica che verranno edificati alcuni degli edifici più significativi della città.

Parallelamente alla “città dei vivi”, si sviluppa la cosiddetta “città dei morti”, nella piana di Sant’Anna, dove troveranno spazio i cimiteri delle diverse comunità religiose: cimitero cattolico (dal 1825), serbo ortodosso (dal 1829), greco orientale (dal 1829), evangelico (dal 1842), ebraico (dal 1842).

Il più imponente per dimensioni e il più antico è sicuramente il Cimitero cattolico, che nel 1825 venne aperto in sostituzione dell’ormai insufficiente cimitero di San Giusto, secondo un impianto architettonico regolare e simmetrico, che occupava uno spazio molto ampio, circondato da una cinta muraria alta 6 piedi. In origine il cimitero prevedeva una planimetria regolare e armonica, composta da 12 campi per le sepolture suddivisi da un asse centrale – lungo nel quale era stata edificata la Cappella di Sant’Anna - che collegava l’ingresso monumentale, realizzato dell’architetto neoclassico Matteo Pertsch nel 1842, al colonnato di fondo composto dalle arcate monumentali, dove trovavano posto le tombe di I classe delle più insigni famiglie della città.

Numerosi gli artisti coinvolti nella produzione scultorea di questa vera e propria galleria di opere d’arte a cielo aperto nel corso dell’Ottocento, dai veneti Antonio, Eugenio e Francesco Bosa, Pietro Zandomeneghi, Bartolomeo Ferrari, Angelo Cameroni, ai lombardi Pietro Magni e Luigi Ferrari, ai triestini Giuseppe Capolino e Giovanni Depaul,  al viennese Rudolf von Weyr. Il Novecento vede invece il predominio degli artisti locali tra i quali si ricordano Francesco Pezzicar, Giovanni Mayer, Giovanni Marin, Ruggero Rovan, Franco Asco, Marcello Mascherini, Romeo Rathmann e Tristano Alberti.

Il Colonnato Monumentale sito nel cimitero di Sant'Anna a Trieste costituisce – come già ricordato - un esempio di arte neoclassica risalente alla prima metà del XIX Secolo.

Dai documenti emerge che l'approvazione per la costruzione delle arcate dei “sepolcri di prima classe” avvenne l'11 giugno 1827 da parte del Consiglio della Magistratura municipale competente.

All'epoca il manufatto costituiva la delimitazione posteriore della nuova area cimiteriale, inaugurata due anni prima, il 1 agosto 1825, sui fondi di proprietà della famiglia Burlo, ceduti al Comune.

Il piano di situazione del 1828 ritrae il cimitero nella sua prima configurazione, sviluppato su un'area di 70.000 mq, al cui centro fu costruita una cappella ottagonale dedicata a Sant'Anna.

Elaborati grafici datati 1826 e 1828 rivelano i progetti dei “Portici da costruire nel nuovo Cimitero” e mettono in luce un particolare assetto delle tre campate centrali, aggettanti ed evidenziate in quanto situate in asse con l'ingresso principale del cimitero.

Quest'ultimo comprendeva dodici campi di sepoltura divisi da un asse centrale che collegava l'edificio di accesso, realizzato nel 1842 dall'arch. Matteo Pertsch, al Colonnato perimetrale.

Il manufatto del Colonnato, costituito da un lungo portico composto da sessantun campate, è delimitato posteriormente da un muro in blocchi di pietra arenaria intonacata e, anteriormente, verso il cimitero, da una serie di colonne doriche senza base, anch'esse realizzate in pietra arenaria e trattate con una lavorazione superficiale a righe solcate diagonali, poste a sostegno di una trabeazione dello stesso materiale lapideo.

Ogni colonna è collegata alla muratura postica da un arco a sesto ribassato con tirante in ferro.

Il solaio di copertura è costituito da una serie di volte a crociera in laterizio intonacate e, per nove campate, da altrettanti lucernai costituiti da una struttura portante in ferro con inserzioni in vetro.

Ciascuna campata ospita una tomba di famiglia di prima classe con loculi ipogei e contiene un monumento sepolcrale privato, spesso recintato da una bassa ringhiera in ferro, comprendente sculture marmoree di notevole pregio, opera – come detto - di importanti artisti.