Pordenone: dipendente da droga e alcool, picchia e minaccia l'anziana madre

I carabinieri della stazione di Aviano hanno arrestato p.r. 52enne ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) perpetrati nel tempo nei confronti della madre settantenne. Il gip del tribunale di Pordenone - dr. Pergola Eugenio - in esito ad istanza avanzata dal p.m. dott. Federico Facchin ha emesso ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere eseguita nella tarda mattinata odierna dai militari che hanno condotto l’uomo nel carcere di Pordenone. Gi pregiudicato e condannato per reati analoghi con sentenze nel 2003 e nel 2008 (maltrattamenti nei confronti della sorella e della madre) i fatti addebitati all’indagato trovano origine ancora all’interno di un contesto familiare connotato da intenso grado di conflittualità e ripetuti episodi di maltrattamenti e minacce, vessazioni psicologiche e denigrazioni. Il 52enne, privo di occupazione dal 2005, ha carattere irascibile, violento ed è dedito all’abuso di sostanze stupefacenti e alcoliche che inibiscono i suoi freni inibitori e di autocontrollo. Tali problematiche unitamente alla sua totale dipendenza economica dalla madre convivente (che percepisce una pensione di 700 euro) dalla quale pretende denaro che sperpera per mantenere i suoi vizi, costituiscono le principali cause di dissidio. Ripetute liti per futili motivi, percosse, danneggiamenti di beni mobili e oggetti personali dell’anziana (occhiali danneggiati a seguito di un pugno sferrato al volto) registrano un peggioramento nei precari equilibri familiari tanto che lo scorso 9 luglio è necessario l’intervento dei carabinieri di aviano allertati dai vicini di casa che distintamente sentono le minacce di morte proferite dal figlio nei confronti della madre (ti ammazzo, te la faccio pagare, ti butto nel pozzo). Come indicato dal giudice è concreto e gravissimo il pericolo di commissione di ulteriori ipotesi criminose come prospettato dal Pm con gli accertamenti dei carabinieri (intervento, testimonianze, precedenti penali) e quindi urgente l’esecuzione della misura restrittiva ora attuata. I delitti inerenti i maltrattamenti contro familiari risultano in costante aumento e sono sempre più frequenti anche gli interventi delle forze dell’ordine per liti e dissidi in ambito familiare. Nel corso del 2018 i carabinieri della compagnia di Sacile in tale delicato ambito hanno perseguito 12 reati, 13 le persone denunciate di cui 7 raggiunte da provvedimenti cautelari della custodia in carcere, dell’allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento alla persona offesa). Nel 2019 sono già 10 le persone denunciate (di cui quella in argomento in stato di arresto) a conferma di un preoccupante trend negativo. I maltrattamenti in famiglia non sono reati minori, connotano anzi la nostra civiltà giuridica: i dati in aumento anche in tale settore ( come quello della detenzione/spaccio di stupefacenti o riconducibili al disagio giovanile in genere) sono allarmanti e devono far riflettere. Nei maltrattamenti in famiglia non rientrano soltanto percosse, lesioni, ingiurie, minacce, ma anche privazioni, umiliazioni imposte alla vittima, atti di disprezzo, di offesa alla dignità, che si risolvano in vere e proprie sofferenze morali. È quindi fondamentale avere il coraggio e la forza di non tacere, di segnalare, denunciare, rivolgersi alle forze dell’ordine o ai centri di antiviolenza. Anche i vicini di casa spesso sono determinanti per porre fine a sofferenze protratte nel tempo ed evitare tragedie annunciate.