TriesteLovesJazz, sabato in piazza Verdi la leggenda dell'Hammond, Cory Henry (Snarky Puppy)

Sabato 14 luglio è una data attesissima a TriesteLovesJazz, che vedrà arrivare fans da diverse regioni d'Italia e dalle vicine Slovenia e Croazia, stando alle telefonate e alle prenotazioni arrivate nei giorni scorsi: alle 21 in piazza Verdi (a ingresso libero) sale sul palcoscenico una vera leggenda dell'Hammond: il mitco Cory Henry.

È un organista e tastierista dall'immenso talento: vincitore di 3 grammy awards con gli Snarky Puppy, è un vero e proprio fuoriclasse del suo strumento, l'Hammond B-3, che suona da quando aveva solo 2 anni. A Trieste porta il suo nuovo progetto "Cory Henry and the Funk Apostles": sin dal nomde del progetto,  l'idea della proposta è chiarissima: una esplosione incontenibile di suono e ritmo, che si diverte e abbraccia i più incisivi accenti di funk, gospel e jazz. Cory Henry è impegnato anche come producer, e ha lavorato con artisti come Aretha Franklin, P. Diddy, Kirk Franklin, Rob Glasper, Lalah Hathway, Bruce Springsteen, The Roots solo per citarne alcuni. "First Steps" (#1 iTunes Jazz Chart) e "The Revival" sono i suoi due album solisti rilasciati rispettivamente nel 2014 e 2016, e hanno portato Cory Henry ad essere uno degli artisti jazz di culto in tutto il mondo musicale tra jazz e funk internazionale. Il nuovo album è attualmente in lavorazione e vedrà la luce nei prossimi mesi. Al fianco di Henry, a Trieste, una band di tutto rispetto: Nicholas Semard alle tastiere, Denis Stoudmire e Tiffany Stevenson alle voci, Taron Lockett alla batteria, Sharay Reed al basso e Adam Agati alla chitarra.

Domenica 15 per TriesteLovesJazz arriva la freschezza di un progetto giovane e pieno di passione: la Green Orchestra presenta "Beatles Today", alle 21, in piazza Verdi sotto la direzione di Ettore Martin. Un modo nuovo, divertito, jazzy di restituire il mito dei Fab-Four. Non solo un semplice tributo, ma un viaggio nell'immortale repertorio dei The Beatles rivisitato da una grande orchestra con gli arrangiamenti originali e la direzione di Ettore Martin, stimato sassofonista, compositore e direttore. I Beatles sono “elegantemente vestiti” da un grande organico senza perdere l’immediatezza e l’efficacia della loro anima Pop. La Green Orchestra è composta da Alice Nereide Cossa alla voce, Stefano Bellettato, Francesco Ferrarese ai violini; Mattia Salin alla viola, Elisa Lazzarin al violoncello, Gilberto Pilon al clarinetto, Fabio Zulato, David Trivellato, Gianluca Manoli al sax; Ludovico Rinco, Giulia Chiesa: tromba e flicorno; Marco Convertino, Marco Minorello al trombone, Emanuele Ruggiero alla chitarra, Simone Vason al basso, Andrea Davì alla batteria ed Ettore martin che - oltre che arrangiatore, direttore è anche sassofonista della band.

Lunedì 16 luglio TriesteLovesJazz torna al Bastione Rotondo del Castello di San Giusto con un trio di ospiti internazionali dalla carriera consolidata: alle 21 (ingresso libero) sale sul palco il trio di Neil Angilley. Il pianista leader - fiore all'occhiello della scena jazz inglese e ben noto in tutta Europa - è in carriera dal 1985 con (tra gli altri) Shirley Bassey, Ben "E" King, Sister Sledge,The Pasadenas, Gypsy King, James Galway. Con lui suonano Davide Mantovani al basso - ferrarese naturalizzato londinese, è da anni addentro al mondo del world e del pop; e Davide Giovannini, batterista triestino anch'egli trasferitosi a Londra, che continua una brillante carriera al fianco di Steve Winwood, Bjork, Paul McCartney, Lisa Stansfield solo per citarne alcuni.

A Trieste il trio porta un nuovo lavoro, intitolato "The Lake District". Una sorta di opera sinfonica per pianoforte, basso elettrico e percussioni che mescola jazz e musica classica. L'opera conta nove movimenti che vogliono descrivere musicalmente la bellezza del Lake District inglese. Il lavoro è dedicato a Beatrix Potter, la scrittrice e illustratrice per ragazzi ("mamma" di Peter Coniglio), anche scienziata naturale, amante della natura e degli animali e coraggiosa paladina della libertà di espressione, che ha donato tutto il suo patrimonio al National Trust inglese, di cui Lake District fa parte.