Politeama Rossetti, Sala Bartoli: da martedì La rondine di Guillem Clua

Con La rondine di Guillem Clua – che va in scena alla Sala Bartoli per il cartellone “Altri percorsi” dello Stabile regionale da martedì 19 marzo – non si assiste soltanto ad uno spettacolo teatrale, ma anche ad una denuncia e ad un appello: contro l’intolleranza di ogni genere, contro l’omofobia, contro l’odio che fa strage di innocenti. All’accreditato autore catalano, il testo viene ispirato dall’attacco terroristico avvenuto nel 2016 al Bar Pulse di Orlando, dove trovarono la morte ben 49 persone, soltanto perché si trovavano in quel momento in quel locale, noto per essere frequentato da avventori gay. Un fatto molto recente, che fa riflettere sul nostro tempo mentre è ancora accesa la sensazione che simili eventi lasciano nella gente: Guillem Clua cerca proprio questo, s’impone attraverso il teatro, di raccontare storie significative e renderle vicine allo spettatore. In ciò ha un notevole peso la sua formazione di giornalista – che lo rende abile nell’indagare fra argomenti di forte presa, su cui è necessario discutere e riflettere – e contemporaneamente la sua sensibilità per la commistione di linguaggi e strumenti espressivi diversi, come i video, i social… Dopo aver trattato sul palcoscenico temi come il conflitto palestinese, i nazionalismi, i cambiamenti climatici, ecco dunque l’interessamento di Clua all’intolleranza: «Tutti siamo noi – scrive nelle note a “La rondine” – perché davanti ad un attacco indiscriminato tutti siamo vittime, e tutti ci troviamo allo stesso bivio: odio o amore. Il nostro mondo dipenderà dalla direzione che prenderemo». La questione è incastonata in un plot molto intrigante, che si esprime nel confronto fra due potenti personaggi, Marta, un’anziana e rigorosa insegnante di canto (che in scena sarà Lucia Sardo) e Matteo (interpretato da Luigi Tabita) un giovane che desidera prendere qualche lezione da lei per migliorare la propria tecnica vocale. Intende infatti cantare una canzone che aveva un particolare significato per sua madre alla cerimonia in cui la donna, scomparsa, verrà commemorata. Con il proseguire dello studio i due si rivelano a poco a poco dettagli del loro passato,  e si scoprono profondamente segnati da un attacco terroristico di segno islamista che la città ha subito l'anno precedente. Il vero significato di quell'attacco, le motivazioni del terrorista e la lunga ombra delle sue vittime provocano uno scontro fra i protagonisti che scoprono una verità sull’evento che li obbliga a fare i conti con il concetto di identità, con l'accettazione della perdita e con la fragilità dell’amore. I loro destini saranno così uniti per sempre in un canto comune alla vita. «In questi tempi che vedono, accanto a progressi sempre più diffusi di riconoscimento di diritti civili finalmente raggiunti, rigurgiti di oscurantismo e violente negazioni – sottolinea il regista Federico Randazzo – è molto importante mettere in scena storie come quella raccontata da Clua, perché così si può dare al pubblico, e a noi artisti, la possibilità di esplorare le nostre contraddizioni e, attraverso le emozioni, trovare le ragioni per renderci migliori». La potente scrittura del drammaturgo catalano rivivrà nella traduzione di Martina Vannucci e nell’adattamento di Pino Tierno, per la regia di Francesco Randazzo. I colpi di scena incalzano nel duetto tra un’interprete di prima grandezza come Lucia Sardo e Luigi Tabita, tra gli attori più interessanti della sua generazione. Le musiche sono di Massimiliano Pace, i costumi Riccardo di Cappello, le luci di Salvo Orlando. “La rondine” va in scena alla Sala Bartoli da martedì 19 marzo alle ore 19.30 e replica nei consueti orari fino a domenica 24 marzo per il cartellone “Altri percorsi” del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. I biglietti ancora disponibili si possono acquistare nei consueti punti vendita e circuiti oppure in internet accedendo direttamente dal sito del Teatro, www.ilrossetti.it. Per ogni informazione ci si può rivolgere al numero 040. 3593511.

La Rondine (La canzone di Marta) di Guillem Clua traduzione Martina Vannucci adattamento Pino Tierno con Lucia Sardo e Luigi Tabita regia Francesco Randazzo musiche originali Massimiliano Pace costumi Riccardo Cappello luci Salvo Orlando produzione Teatro Stabile di Catania