Trieste antifascista-antirazzista: sabato passeggiata della memoria antifascista

«Sabato 27 ottobre, dopo il dibattito al Caffè San Marco (https://www.facebook.com/events/253508895312148/) (attorno alle 18.30) ci troviamo di fronte al Tribunale per una breve passeggiata della memoria antifascista della nostra città».

Lo rilevano in una nota i responsabili di Trieste antifascista-antirazzista.

«Ecco - continua la nota -  le tappe del percorso:

(1) Via Coroneo: il Carcere - ora intitolato ad Alfredo Mari, comandante degli agenti di custodia sotto il fascismo ed il nazismo - dove vennero rinchiusi gli antifascisti e che furono anche luogo di esecuzione per partigiani

(2) Piazza Oberdan 6: il palazzo fu sede del comando della SS e della Gestapo; un bassorilievo bronzeo creato dall’artista Giovanni Talleri - che fu deportato nei campi nazisti - ricorda i tanti antifascisti e partigiani che in quell’edificio hanno subito orribili torture prima di essere inviati nei campi in Germania, uccisi in Risiera o fucilati

(3) Via Filzi 14: Narodni Dom (Hotel Balkan), sede culturale ed economica delle comunità slovena, croata e serba, fu distrutto da un incendio appiccato dai nazionalisti il 13/7/1920; un giovane perse la vita perché si gettò dalla finestra per sfuggire alle fiamme

(4) Via Ghega 12: palazzo Rittmeyer (oggi Conservatorio Tartini), nel 1944 era la sede del Deutsches Soldatenheim, una sorta di foresteria per i militari germanici. Il 22 aprile 1944 un attentato dinamitardo causò la morte di cinque militari ed il ferimento di diverse persone. Il giorno dopo, 23 aprile, si scatenò la rappresaglia nazista: 51 detenuti politici, prelevati dalle carceri del Coroneo, furono impiccati ed esposti lungo le scale dell’edificio e sulla pubblica via, come un orrendo monito per comunicare a chi intendesse ribellarsi quale sarebbe stata la reazione

(5) Via Gioia: sul retro della Stazione centrale, un altro bassorilievo di Talleri ricorda, sulla parete del vecchio Silos, i tanti prigionieri che venivano lì concentrati prima di essere caricati sui treni che li avrebbero portati ai lager; e all’ingresso posteriore della stazione c’è invece una lapide in marmo che ricorda i treni carichi di prigionieri che partivano per quei luoghi di morte e sofferenza»

«Altri luoghi significativi - concludono i  responsabili di Trieste antifascista-antirazzista - fuori dal percorso:

(6) Via del Boveto 2/1: a Barcola, all’ingresso di un’officina, c’è una targa che ricorda l’uccisione, avvenuta il 13/2/1945, di Mario Mattiassich “Milan”

(7) Scuola Brunner: a Roiano, all’angolo tra via Montorsino e via delle Ginestre, venivano concentrati i prigionieri da inviare nei lager. Anche qui è stato posto un bassorilievo di Talleri

(8) Via Pindemonte: all’ingresso del Boschetto c'è un monumento in ricordo di Alma Vivoda, la prima partigiana combattente caduta in tutta Italia. Fu uccisa il pomeriggio del 28/6/1943 dal carabiniere Antonio Di Lauro, che fu insignito nel 1958 (dalla “Repubblica nata dalla Resistenza”) di medaglia di bronzo per questa azione, e nella motivazione della medaglia data a colui che la uccise, non le fu neppure riconosciuto il ricordo del suo sesso, visto che fu indicata al maschile, “un pericoloso ricercato”, così come la compagna che era con lei divenne un “altro delinquente”, pure maschio

(9) Via D'Alzeglio 13: targa che ricorda i quattro partigiani dei GAP impiccati dopo un’azione partigiana svoltasi il 27/3/1945

(10) Via Bellosguardo 6: la prima sede dell’Ispettorato Speciale di PS, dove furono rinchiusi e torturati decine e decine di prigionieri, partigiani ma anche parenti di partigiani, uomini, donne, anziani e giovanissimi. La seconda sede fu in (11) Via Cologna 6-8, nell’ex caserma dei Carabinieri».